Risponde Lee Dorrian, leader della band
Ciao Lee! Scusa se iniziamo con una domanda così specifica, ma dal nuovo disco emerge prepotentemente "The Garden". Ne abbiamo discusso fra noi parecchio e questa canzone sembra l' ideale prosecuzione di "The Voyage Of The Homeless Sapiens", la lunga suite che c'era su "Statik Majik". Che ne pensi?
Si, direi che è esattamente questo che avrebbe dovuto essere. Quando abbiamo scritto "The Voyage." quella canzone per noi ha rappresentato una sorta di sfida. Prima di tutto perchè volevamo scrivere un pezzo decisamente progressivo, e poi anche perchè all'epoca la nostra label sul mercato americano era la Sony, e ci dissero che avevamo completa libertà artistica. Perciò abbiamo composto quel pezzo anche per mettere alla prova l'etichetta. "The Garden" nasce anche con questo intento, di essere il più spontanea possibile. Dopo tutti questi anni, la nostra intesa è cresciuta molto e questa song può ben rappresentare il nostro modo di comporre. Molto spesso le strutture delle canzoni nascono anche per puro divertimento e vengono rielaborate fino a diventare pezzi veri e propri. "The Garden" è anche questo, una canzone non troppo seria, molto variegata, che ci rappresenta come band. E' piena di influenze diverse, di mood differenti e ci piace così. Nell'economia del disco, credo che le prime sei canzoni siano tipicamente Cathedral nel suono e nella struttura, mentre pezzi come "The Garden" siano appositamente in contrasto. Ogni tanto, per non rimanere uguali a sè stessi e per non annoiare l'ascoltatore, una "The Voyage.." o una "The Garden" sono molto utili, non credi?
Riguardo al fatto che il disco sia vario, sono d'accordo. Basta confrontare "The Garden" con "Corpsecycle", non credi?
Credo che questo disco dei Cathedral rappresenti differenti per forza differenti volti della band. Siamo sempre stati abituati a comporre pezzi particolari, però in passato avevamo preso l'abitudine di dividere i pezzi più classici da quelli più sperimentali, in modo che i primi finissero sugli albums mentre gli altri sugli EP. Non facciamo uscire più dei mini da diverso tempo e questa volta tutti i pezzi sono finiti sul disco. D'altronde, siamo in giro da ben 16 anni e abbiamo fatto quasi dieci album, senza contare tutto il resto e dobbiamo essere pronti a coinvolgere il nostro pubblico anche in altre maniere. Credo che questo ultimo disco riesca a riassumente tutti i volti dei Cathedral, tutti i nostri approcci alla musica, tutti i nostri modi di comporre e le nostre attuali influenze. Sì, sono convinto sia una buona fotografia del gruppo.
Ogni volta che state per far uscire un nuovo disco, il solito tormentone mediatico lo indica come un deciso ritorno al doom degli esordi. Ovviamente, ogni volta non è così. Non ne hai un pò le tasche piene?
Ehe, già. Comunque alla fine credo che sia musica a parlare per tutti. Siamo dei musicisti che compongono musica per il proprio pubblico ma anche per sè stessi. Non credo saremmo in grado di scrivere un album "su commissione" se capisci cosa intendo. Oltre a questo, riguardo alle aspettative della gente sulla musica, posso dirti che talvolta nemmeno noi sappiamo cosa aspettarci e perciò credo sia impossibile anche solo parlarne; io credo nella libertà in musica e questo direi che è l'unica cosa che conta.
Dopo otto album e molti ep, non avete ancora registrato un disco dal vivo; mi sembra una scelta ben precisa a questo punto.
Si, ci abbiamo pensato un sacco di volte e ne abbiamo parlato anche con l'etichetta, però sai, non è così semplice. A volte quando è tutto pronto per registrare, fai dei gigs penosi e quando non ci sono le condizioni per registrare invece saltano fuori dei concerti memorabili! E'sempre una scommessa, e non è di certo semplice. Gaz registra quasi sempre i nostri concerti, avremmo tonnellate di materiale volendo, ma non è nulla di professionale e quindi anche in questo caso abbiamo sempre avuto dei dubbi. E poi, ne abbiamo parlato molte volte, con tutte le maledette canzoni che abbiamo scritto che razza di set-list dovremmo fare? E' un problema!
Dopo sedici anni di carriera e il transito su diverse etichette, tra cui un paio di nomi molto forti come Earache e Nuclear Blast, che giudizio ti senti di dare sull'industria discografica odierna?
Direi che è noioso. Troppe bands che propongono la stessa musica. Ci sono sempre meno individualità e questo confonde molto il pubblico che non riesce e non ha il tempo necessario per distinguere tra una buona band e una cattiva band. Il mercato è una sorta di palude immobile in questo momento. Oltretutto, la qualità delle bands e dei musicisti si è paurosamente abbassata. Bastano sei mesi di prove e tre concerti per raggiungere un contratto, se si suona il genere giusto al momento giusto. Non c'è più molto cuore.
Voi avete mai sentito pressioni negli anni per fare determinate scelte artistiche invece di altre o semplicemente per accelerare o rallentare l'uscita di un disco?
Non lascerò che succeda mai più. E' successo in passato, all'epoca di "Supernatural Birth Machine", dove siamo stati praticamente obbligati ad entrare in studio per registrare. Da quella volta ho fermamente deciso che le cose devono avvenire spontaneamente senza nessuna pressione. D'altra parte, mi rendo conto che molte giovani bands vengono spinte a fare determinate scelte semplicemente perchè non hanno molta esperienza? pu? succedere.
Avete iniziato come una doom band. Ed ora, vi riconoscete ancora in questa definizione?
Le etichette sono per le persone insicure; non saprei dirti. Penso solo che siamo i Cathedral, solamente questo.
Allora dimmi, c'è qualche nuova band che secondo te interpreta bene il Cathedral-sound?
Ahahah.. questa è buona! Dunque, direi che oggi una delle migliori bands che interpretano lo spirito della musica in maniera molto simile al nostro, e bada bene, sto parlando di spirito e non di musica in sè, sono i Witchcraft (band che incide per Rise Above). Compongono musica in un modo unico in questo momento.
Da quando hai aggiunto alla tua esperienza di musicista quella di produttore discografico, è cambiato qualcosa nel tuo approccio alla musica?
Si, anche se non posso dirti come, ovviamente. Sono due approcci differenti, nel senso che come musicista faccio uscire la musica che preferisco mentre come discografico devo fare altri calcoli prima di investire dei soldi. Però in tutta questa esperienza di sicuro c'è ancora molto istinto. Non sono uno che segue accuratamente il mercato e che sa perfettamente quante copie andranno vendute di ogni uscita che faremo con Rise Above anzi. Però c'è ogni volta qualcosa che mi dice che questa band funzionerà perchè mi piace. Non riesco a produrre dischi che non mi piacciono come non riesco a suonare e comporre musica che non mi sento mia. D'altronde, ho messo su questa etichetta per passione e non certo perchè volevo guadagnarmi da vivere. Se io e Will dovessimo contare quanto lavoro facciamo e quanto guadagniamo, dovremmo chiudere immediatamente. Ma non ci interessa, è bello così e ne sono orgoglioso. Non vedo molte etichette undereground come la nostra, ad eccezione forse della Southern Lord, che credono in quello che fanno come noi e non vedono questa attività come un modo per fare soldi.
Beh, già che ci siamo. Quante copie hanno venduto alcune bands della Rise Above finora? Per esempio Witchcraft e Grand Magus?
Il primo disco dei Witchcraft ha venduto circa 5000 copie con il primo disco e l'ultimo Grand Magus è stato il best-seller della nostra etichetta finora, con circa 7000 copie.
Se penso al doom come genere, lo vedo diviso in due. Bands come i Cathedral hanno una buona dimensione live, mentre se penso agli estremi del funeral doom trovo che molte bands perdano molta atmosfera nelle esibizioni dal vivo. Che ne dici?
Già, una volta negli anni 80 c'era solo il doom in quanto tale, ora ci sono almeno 40 tipi diversi di doom! Beh, ti dirò, ho visto dal vivo bands come Khanate o gli Electric Wizard che sono decisamente estreme e mi sono divertito molto. Dipende molto anche dalla band e dal modo in cui interpretano lo spirito della musica. Certo, sentire lo stesso riff per due ore di seguito può non essere piacevole, me ne rendo conto, ma è una forma di musica molto estrema, e come tale va interpretata.
Visto che su Rise Above stanno uscendo molti titoli retrò, credo tu conoscerai bene il progressive rock italiano degli anni '70. Che ne pensi?
Si, mi piacciono molto le bands di quel periodo. Credo che la scena prog italiana e quella svedese di quel periodo fossero tra le migliori e a differenza di quella inglese, fossero anche le più sottovalutate! Molti gruppi che avevano uno stile vicino talvolta al jazz nel loro progressive, gruppi come Jacula o Il Balletto Di Bronzo che ho sempre adorato.
(Si ringrazia Denis Bonetti per l'aiuto / collaborazione in questa intervista)
- MARCO CAVALLINI -