Risponde Francesco Grasso, leader della band
Parlatemi del nuovo album.
Innanzitutto ti ringrazio di cuore per le belle parole che hai speso nei confronti di "Collecting Shells at Lighthouse Hill" nella tua recensione. Effettivamente hai centrato in pieno il punto quando scrivi che nel nuovo album, rispetto al nostro debutto, traspare la voglia di "asciugare" i pezzi, senza comunque perdere nulla in emozioni ed atmosfere. Era proprio questo l'obbiettivo che ci siamo prefissi nel momento in cui abbiamo cominciato la stesura del successore di "First Year Departure". Volevamo soprattutto che la nostra musica guadagnasse in impatto ed immediatezza e, lavorando in questa direzione, i pezzi si sono spontaneamente indirizzati verso un sound decisamente più rock rispetto al nostro debutto, con un'irruenza ed un'aggressività addirittura vicina al punk o all' hardcore in certi frangenti. Ne è venuto fuori un disco che, almeno alle nostre orecchie, suona estremamente dinamico, fresco, moderno, con una carica emozionale disarmante, e con un suo particolarissimo incedere trasognato nelle melodie.
Come si è? sviluppato il processo di songwriting? Le canzoni sono tutte nuove o alcune provengono da vecchie sessions?
Il pezzo più vecchio che compare nella tracklist del nuovo album è il primo, "Breathe the Water", che risale a Gennaio dello scorso 2004, mentre il più recente è "Till Morning Comes", composto pochi giorni prima di registrare, a Luglio sempre del 2004. Nel periodo di tempo trascorso tra l'uscita del nostro debut album (fine 2002 - inizio 2003) e il Gennaio dello scorso anno non siamo certo rimasti con le mani in mano. Abbiamo continuato ininterrottamente a comporre musica, ma arrivati ad un certo punto ci siamo resti conto che i nuovi pezzi non ci soddisfacevano appieno. Non che fossero male come pezzi - anzi, alcuni erano decisamente interessanti e potenzialmente notevoli, ma presentavano ancora troppe analogie stilistiche col sound di "First Year Departure", mentre dentro di noi sentivamo di poter e voler dare qualcosa in più. In ogni caso, anche se nessuno di quei pezzi è poi finito nella tracklist di CSALH, ci sono serviti comunque come base fondamentale su cui sviluppare la direzione definitiva che poi il sound del disco ha finalmente preso.
Il cambiamento rispetto al debutto di due anni fa è, sotto certi punti, drastico; come pensate che lo accoglieranno i fans legati alle atmosfere ovattate di "First year departure"?
Ci aspettiamo sicuramente che molta della gente che ci ha conosciuti con FYD rimanga decisamente spiazzata ad un primo ascolto dell'album. I nostri sforzi si sono concentrati proprio nel tentare di non ripeterci, visto che - sembrerà un luogo comune ma è così - non ci piace adagiarci su quanto già fatto in passato, presentare ad nauseam la solita minestra riscaldata. Tutto questo è insito nella nostra indole, e capisco bene come ciò ci esponga al rischio di non piacere e di perdere fan per strada.
Ma siamo una band giovane, agli inizi (aggiungici anche perennemente insoddisfatta), dobbiamo crescere ancora moltissimo, e frenarci, sul nascere, sulle soluzioni stilistiche del nostro primo album, supponendo ed autoconvincendoci di aver trovato la formula magica per confezionare dischi anche solo vagamente vicini all'essere vincenti, sarebbe sicuramente stato una fesseria madornale!
Siamo invece costantemente alla ricerca di nuovi input, nuovi stimoli, e fondamentalmente fare musica per noi resta un piacere intimo, una sorta di pratica catartica ed autoterapeutica che ci permette di riconciliarci con lo stress e le brutture delle nostre attività di studio/lavoro quotidiane: mai riusciremmo quindi a suonare qualcosa controvoglia, qualcosa che non nasca spontaneamente dal nostro istinto, dalla nostra interiorità. La verità è che proporre un "FYD parte seconda" oggi, nel 2005, non solo non ci avrebbe dato le stesse sensazioni di eccitazione ed entusiasmo che invece ci comunica un album fresco, dinamico, emozionale (a nostro modo di vedere) come "Collecting Shells at Lighthouse Hill", ma ci avrebbe anche fatto sentire un po' colpevoli ed insoddisfatti con noi stessi.
Non si tratta comunque di un discorso totalmente inedito; mi sembra di tornare ai tempi della transizione tra Black Thorns Lodge e Room With A View, quando ce ne uscimmo con un album, FYD, che quanti allora già ci conoscevano mai si sarebbero aspettati da noi, ma che invece era quanto di più spontaneo e vicino alla nostra sensibilità potessimo creare all'epoca! Ecco, in questo senso FYD e CSALH sono due album assolutamente identici, perchè mossi dal medesimo spirito e dai medesimi intenti.
Eppure è passato parecchio tempo tra la registrazione del nostro primo album e la registrazione di quest'ultimo, nel frattempo sono cambiate moltissime cose (una su tutte: la line-up è totalmente stravolta). Ma in fin dei conti credo che chi a suo tempo si è lasciato trascinare dal caleidoscopio emozionale di FYD, troverà piacevole abbandonarsi alle onde dell'oceano CSALH, e lasciarsi trascinare dalla marea. D'altronde dietro le note di CSALH ci sono sempre le nostre medesime emozioni, suggestioni, i nostri medesimi stati d'animo, la nostra medesima voglia di stupire e soprattutto stupirci.
La produzione è spaventosa per impatto ed intensità; quanto avete lavorato per ottenere il fantastico suono dell'album?
A differenza del nostro debut album, questa volta siamo totalmente soddisfatti della riuscita delle registrazioni e del mixaggio. Ma ti assicuro che dietro c'è un lavoro veramente duro, e credo -spero- si senta... Parte del merito è sicuramente della grossa attenzione che abbiamo prestato in fase di registrazione alla scelta del giusto setup (soprattutto per ottenere il guitar sound che volevamo abbiamo fatto tentativi su tentativi prima di arrivare ad una soluzione che ci soddisfacesse). E poi sicuramente Jens Bogren ci ha messo del suo, conferendo al disco quella profondità e quell'impatto per i quali ormai il suo nome è una garanzia. Se solo nell'ultimo anno gruppi di spicco come Opeth, Soilwork, Pain of Salvation e Katatonia (solo per nominarne alcuni) si sono rivolti a lui, evidentemente un motivo ci sarà! La grossa gratificazione è stata quella che, a fine lavoro, Jens stesso, evidentemente soddisfatto del risultato raggiunto, ci ha confessato che avrebbe preso il nostro album come riferimento per la produzione del prossimo Katatonia.
Credo che la canzoni di "Collecting shells at.." si adattino perfettamente ad essere proposte dal vivo. Come intendete muovervi per supportare al meglio l'album?
Cercando di suonare il prima ed il più possibile dal vivo, ovviamente. Avremmo dovuto farlo già quest'anno, ma siamo stati bloccati dall'esigenza di dover realizzare quello che sarebbe dovuto essere il bonus cd di CSALH.
"Collezionando conchiglie alla collina del faro". Un titolo strano e al tempo stesso affascinante; cosa volevate esprimere con un titolo del genere? C'è qualche significato nascosto?
Proprio come dici tu, volevamo un titolo che suonasse enigmatico ed affascinante allo stesso tempo. D'altronde un titolo dovrebbe essere in grado di sollevare la curiosità riguardo i contenuti dell'album, non è così? Nel nostro caso volevamo un titolo evocativo, che richiamasse alla mente il mare e l'acqua in generale, visto che questi due elementi ritornano, in maniera più o meno esplicita, in quasi tutti i pezzi contenuti nel disco. Faro e conchiglie, in questo senso, svolgono egregiamente il loro compito, e sono tra l'altro due elementi dalle fortissime valenze simboliche: da una parte le conchiglie come vuote corazze a cui aggrapparci disperatamente fino a rimanerne intrappolati; dall'altra il faro come simbolo dell'inesplorato e dell'enigma del mare, col suo fascio di luce ad illuminare le torbide acque dell'esistenza umana, a mettere in guardia dal pericolo di una vita senza la trasfigurazione della poesia e dell'arte, senza la forza di un ideale cui dare testimonianza.
Ho visto che lo splendido artwork dello slipcase è stato realizzato da Paolo dei Klimt 1918. Ne deduco che fra i due gruppi ci sia un rapporto d'amicizia e stima reciproche, giusto? Cosa ne pensate del loro ultimo "Dopoguerra"?
Insieme a Paolo abbiamo realizzato l'artwork dello slipcase, che è un po' un regalo a quanti si affretteranno ad acquistare il cd in questa prima edizione limitata. Paolo è da tempo un amico, oltre ad essere un abilissimo grafico. Ed è anche un musicista che stimiamo moltissimo (per un certo periodo abbiamo suonato insieme: è lui che avrebbe dovuto registrare la batteria sul nostro album di debutto), ed il discorso può essere tranquillamente esteso a tutti gli altri ragazzi dei Klimt. Col loro ultimo "Dopoguerra" hanno dimostrato di avere personalità e capacità tali per imporsi alla grande anche all'estero, e non è sicuramente cosa da tutti.
Oltre all'artwork dello slipcase, vorrei focalizzare l'attenzione anche sulle illustrazioni del booklet, realizzate da Zaelia Bishop appositamente per il nostro album. Attraverso i suoi collage metafisici e le sue inquietanti visioni, Zaelia è riuscito a creare un vero e proprio universo bidimensionale, una "realtò altra" percepita nel silenzio e nell'immobilità, nella sospensione del tempo, pervasa dal senso del meraviglioso che affiora dal quotidiano, dalla percezione della rivelazione, dallo smarrimento sentimentale proprio dell'inquietudine adolescenziale. Eì incredibile come sia Zaelia sia Paolo siano riusciti con le loro illustrazioni ad entrare in simbiosi col mood dell'album, e sono convinto del fatto che un artwork di questo livello sia assolutamente un grande valore aggiunto per il disco.
Siete soddisfatti del lavoro svolto dalla My Kingdom Music?
Noi Room With A View siamo praticamente nati e cresciuti con la My Kingdom. Col nostro disco di debutto abbiamo fatto ovviamente un po' da "cavie", come è giusto e normale che sia. Ma penso che sicuramente con questo nuovo album Francesco Palumbo, label boss della MKM, saprà far tesoro delle esperienze del passato e promuovere la band al meglio. Fino ad oggi Francesco ci ha sempre lasciato la più totale libertà sulle scelte artistiche, e si è sempre fatto in quattro per metterci nelle migliori condizioni possibili per realizzare ciò che desideravamo. In ogni occasione si è sempre comportato, al di là dei rapporti puramente professionali, da vero amico.
So che avete registrato alcune canzoni non finite poi sull'album. Ne farete uso in futuro?
Come accennavo prima, abbiamo trascorso tutta la scorsa estate a comporre e registrare i pezzi che sarebbero dovuti andare a costituire il bonus cd di questa prima edizione limitata di CSALH. Questo è il motivo principale del ritardo di un anno e mezzo nell'uscita dell'album (che, lo ricordo, è stato registrato durante l'estate del 2004): a tutti gli effetti CSALH sarebbe dovuto uscire come doppio cd. Non a caso parlo al condizionale, perchè purtroppo tutto questo materiale bonus è andato perduto per un fatale scherzo incrociato della natura e dell'informatica. Come spiego nel dettaglio, tra le altre cose, nella stessa sezione multimediale dell'album, proprio a pochi giorni dalla consegna del materiale, per colpa di un fulmine, ci si è bruciato completamente l'hard disk sul quale stavamo lavorando e archiviando tutto. Ti lascio immaginare la "botta psicologica"; si è trattato di un'esperienza estremamente mortificante, e per interere settimane abbiamo sperato si trattasse solamente di un incubo o di un brutto scherzo.
Purtroppo dei pezzi non ci è rimasto nulla. Andrebbero al limite riregistrati, cosa che, a priori, non escludiamo di fare in futuro, qualora se ne presenti l'occasione. Anche se, ovviamente, ormai non sarebbe più qualcosa di spontaneo, istintivo: la magia del momento è andata irrimediabilmente persa, lasciando come unica traccia dietro di sè un fastidioso retrogusto amaro in gola che sarà difficile cancellare.
In giro ci sono ancora molte persone che cercano/chiedono del vostro "Promo 2000" a nome Black Thorns Lodge. Vedete, in futuro, la possibilità di ristampare questo piccolo culto della scena underground italiana?
Sinceramente, così su due piedi, quello della ristampa (anzi, della stampa ufficiale) non mi sembra uno scenario troppo plausibile. Addirittura più plausibile, a questo punto, potrebbe essere un secondo capitolo a riprendere esattamente laddove Promo2000 terminava.
Quali sono i dischi che vi hanno più colpito in questo 2005?
Parlo a titolo personale: i primi tre che mi vengono in mente sono "Vheissu" dei Thrice , "Worlds Apart" degli And You Will Know Us By The Trail Of Dead e "Perfect Pitch Black" dei Cave In. Bellissimo "Catch Without Arms" dei Dredg, ed ho apprezzato anche il ritorno discografico dei Depeche Mode, per quanto probabilmente inferiore all'album solista di Martin Gore del 2003, che ho amato tantissimo.
- MARCO CAVALLINI -