Rispondono alle domande Regen Graves (chitarra, synths) e Labes C. Necrothytus (voce, tastiere)
Per cominciare, potresti fare un breve resoconto delle principali tappe della carriera della band?
R.G.) Ho fondato gli Abysmal Grief nel 1996 come un progetto di musica esoterica con lo scopo di sviluppare e approfondire i miei studi occulti incentrati sui rapporti con l'Aldià?. Da allora, grazie all'entrata in line-up del cantante/tastierista Labes C. Necrothytus, e insieme al bassista Lord Alastair, abbiamo inciso un demo, alcuni singoli, un mini-Lp e un album (che vedrà la luce tra pochi mesi). Da qualche anno è entrato a far parte del gruppo anche il batterista William Blissett, che però al momento ci segue solo per le date dal vivo, non avendo ancora inciso nulla di ufficiale insieme a noi.
ABYSMAL GRIEF (tristezza abissale); cosa vi portò all'epoca a scegliere questo monicker?
R.G.) Con questo nome volevo semplicemente esprimere il senso di quello che sarebbe stato il nostro percorso musicale e filosofico. Il lutto come presa di conoscenza del significato della nostra esistenza terrena.
Provenite da Genova, città che negli ultimi 15 anni ha partorito parecchie bands e artisti dediti al dark sound. Credi si possa parlare di una vera e propria scena quando si pensa alla tua città?
R.G.) Oltre a noi, ai Malombra e ai vari progetti di Mercy, in questi anni si sono fatti notare nomi decisamente interessanti come Tony Tears, Oxygen Destroyer, The Void, e quindi credo che Genova in questo senso sia una delle poche citt? italiane per cui si possa parlare di una vera e propria scena riguardo a quello che viene definito "Dark Sound". Ciononostante non c'è una vera e propria interazione tra di noi, anche perchè luoghi in cui poter suonare ad un livello professionale non ce nè, e quindi risulta decisamente difficile creare una situazione di scambio a livello culturale o umano.
Parliamo dell'ultimo "Mors Eleison". Che ne dite di fare una descrizione track by track del lavoro (a livello musicale e lirico)?
R.G.) "Mors Eleison" è una canzone sulla venuta della Morte, così come la immagino io: musicalmente è un classico pezzo degli Abysmal Grief, essenzialmente basato sul riff di chitarra ma con una minore presenza dell'organo da chiesa rispetto alle nostre precedenti composizioni. Molto simile a questa è sicuramente il secondo pezzo "Occultism", una cover di Paul Chain in cui ho scritto io il testo cercando di dare una spiegazione più o meno esaustiva di quello che è per noi l'Occultismo. La terza song "The Shroud" è invece un pezzo di synth e tastiere interamente composto e suonato da me nel 1999, e che non avevamo ancora deciso di pubblicare poiché aspettavamo di inserirlo in un contesto che fosse veramente adeguato. L'ultimo pezzo "Mysterium Umbrarum" è una sorta di "rito di iniziazione" Spiritista in cui esponiamo alcuni dei principi base della dottrina Spiritista secondo Allan Kardec.
Da quali emozioni/sensazioni scaturisce un brano nero come "Mysterium Umbrarum"?
R.G.) L'idea di base è quella di presentare una specie di "manifesto" dello spiritismo, in cui vengono enunciate le linee guida per la comprensione della Dottrina. Il tutto è presentato in un contesto ritualistico, per il quale ci siamo avvalsi dell'aiuto di alcuni artisti a noi vicini, tra i quali Tony Tears. Il risultato finale credo sia piuttosto soddisfacente, anche se ovviamente il tema in oggetto è talmente vasto da non poter essere certo racchiuso in un'unica composizione.
A guardare i testi e l'artwork del disco (ma anche quelli di tutti i vostri lavori precedenti) si nota la tua ossessione verso la Morte e tutto quanto la circonda. A cosa ? dovuto questo tuo morboso interesse verso essa?
R.G.) Io la Morte la vedo in me e la percepisco ogni giorno, ne avverto la presenza e credo che tutto sommato mi capiterà di incontrarla piuttosto presto. Questa consapevolezza mi porta a fare determinate riflessioni, che esprimo in musica poichè non è così semplice riuscire a parlarne con qualcuno che non sia necessariamente uno psicologo.
"Mors Eleison". A parte l?azzeccato gioco di parole, perchè credi bisogni chiedere pietà, perdono alla Morte?
R.G.) "Mors Eleison" è da intendersi più che altro come un'invocazione al proprio istinto di ricerca della Morte, si chiede perciò pietà al pensiero stesso della Morte che ci pervade e che ci porta a tendere istintivamente verso essa così come inconsciamente si tende a tutto ciò che vi è di infinito e di assoluto.
Mi ha colpito "The Shorud", una raggelante nenia. In futuro comporrete altri brani seguendone la scia?
R.G.) Credo proprio di si. Da sempre vado dicendo che il cammino esoterico intrapreso dagli Abysmal Grief non è assolutamente da intendersi come un qualcosa di ristretto al campo della musica Metal. Le forme in cui ci troveremo ad esporre determinati concetti in futuro non rispetteranno necessariamente un canone fisso, quindi non è da escludersi che un nostro prossimo lavoro possa contenere una totalità di composizioni sullo stile di "The Shroud". Dipende ovviamente dal contesto filosofico/occulto entro cui decideremo di muoverci.
Complimenti per la cover del maestro Paul Chain. In base a quali criteri avete scelto ?Occultism?
R.G.) La decisione di fare una cover di Paul Chain è stata presa dopo vari ripensamenti, dato che ho preferito aspettare di sentirmi realmente in grado di scrivere un testo che potesse avere attinenza con quello che è sempre stato il suo messaggio esoterico. "Occultism" fa parte di un album che personalmente ritengo il più rappresentativo dell'intera discografia di Paul Chain, e, al di là della musica, il titolo stesso della canzone si prestava molto bene ad un'interpretazione che potesse racchiudere il senso della sua arte così come della nostra, come una sorta di "manifesto" di quella che è la musica esoterica in generale. Non so se sono riuscito nell'intento, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa lui a riguardo.
Da sempre alternate brani lenti a canzoni più dinamiche; la caratteristica comune resta la componente 'orrorifica' e cimiteriale. È questa la base degli Abysmal Grief?
L.N.) La caratteristica di base della nostra musica è, come hai correttamente osservato, la componente horror ed esoterica, fulcro del nostro progetto. In relazione alle differenze che puoi trovare, sia ritmiche che armoniche nei nostri pezzi, posso solo dirti che sono assolutamente casuali poiché sono soprattutto dovute alle varie influenze musicali o, in senso più completo, artistiche che ognuno di noi ha. Dal punto di vista musicale per esempio mentre io preferisco ascoltare dark più ritmato e 'ballabile', Regen ama il dark sound italiano o il doom degli albori e Lord Alastair invece preferisce ascoltare stoner, perciò la nostra musica non può che essere un mix di questi vari generi musicali.
Ritengo fondamentale l'apporto delle tastiere nel vostro sound. È possibile immaginare in futuro un disco basato esclusivamente su di esse?
L.N.) Decisamente le tastiere sono un elemento portante della nostra musica e le atmosfere che queste vengono a creare si adattano ed allo stesso tempo completano l'idea che vogliamo rendere attraverso i nostri pezzi. Riguardo ad un disco di sole tastiere è un progetto che abbiamo in cantiere e che in un futuro non tanto lontano attueremo. In effetti anche io sto progettando di stampare diverso materiale che ho accumulato negli anni ma in questo caso devo fare un lungo lavoro di ricostruzione e sicuramente ora le priorità sono altre.
Ai tempi del primo demo "Funereal" erano presenti elementi black metal, poi completamente abbandonati. Che opinione hai oggi di questo gener
R.G.) Ci tengo innanzitutto a precisare che nelle nostre intenzioni noi non abbiamo mai suonato Black Metal. E lo dico non certo per disprezzo nei confronti del genere, quanto per l'enorme diversità concettuale tra la nostra filosofia e quella della maggior parte dei gruppi black, per lo più inneggiante ad un individualismo e ad un filo-paganesimo di stampo evoliano che personalmente non condivido. Probabilmente all'epoca facevamo molto più uso del cantato growl, che col tempo abbiamo poi progressivamente abbandonato, mentre musicalmente non trovo alcuna differenza tra il mio riffing di oggi con quello di otto o nove anni fa. Oggi ogni tanto continuo ad ascoltare Black, ma solo per quanto riguarda i primissimi gruppi che lo hanno inventato, come Celtic Frost, primi Bathory o i Mayhem di Euronymous, mentre continuo ad essere un fan accanito dei grandi gruppi storici italiani come i grandi Mortuary Drape, gli Evol o gli Opera IX.
Dove trovate l'ispirazione per comporre una musica così triste e sepolcrale? Avete bisogno di luoghi, sensazioni particolari o seguite semplicemente il tuo istinto in qualunque momento?
R.G.) Principalmente mi rifaccio a sensazioni o sogni particolari, cercando sempre di porre delle riflessioni all'interno di un contesto che sia il più possibile attinente alla sfera occulta entro la quale si muove la nostra filosofia della Morte. Mi piace poi ovviamente anche trarre spunto da racconti o film Horror, di cui sono sempre stato un appassionato collezionista.
Scusate la domanda, ma quale canzonevti piacerebbe venisse suonata al vostro funerale?
R.G.) Non credo che vorrò avere un funerale. Il mio funerale me lo sto già creando giorno per giorno, e la musica che componiamo non è altro che la colonna sonora al nostro lento viaggio verso l'Aldilà, cominciato nel momento in cui siamo nati.
Vi ho visto dal vivo e ho piacevolmente notato che sul palco non perdete nulla dell'aurea oscura che vi caratterizza su disco. Prestate molta cura alla preparazione di uno show?
R.G.) Certamente, e mi fa estremamente piacere che questo venga notato. A cominciare dalla scelta dei brani da eseguire, fino a tutta la scenografia che mettiamo in piedi per le nostre esibizioni, sono da considerarsi parte essenziale del simbolismo occulto che intendiamo presentare allo spettatore. Non potremmo mai suonare senza certi oggetti sul palco!
So che avete parecchi inediti composti nel corso della vostra carriera. Come mai quindi la scelta di pubblicare fino ad oggi solo Mini o 7"E's e non un album intero?
R.G.) Vedi, le cose per noi si sono mosse molto lentamente fino a un certo periodo, in cui avevamo s ìdei pezzi, ma non potevamo registrarli per mancanza di validi musicisti o perchè avevamo pochissimi soldi in tasca. Da "Exsequia Occulta" in poi le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto, e ci siamo semplicemente ritrovati ad un certo punto con un repertorio da riorganizzare a livello concettuale, dato che comprendeva un periodo artistico di parecchi anni e alcune composizioni a nostro avviso non seguivano lo stesso iter filosofico di altre. Ecco perchè alcune songs sono andate a far parte dell'album di prossima uscita, mentre altre sono finite su singoli o mini-lp, e tante altre invece sono ancora in attesa di un contesto più appropriato. Col tempo spero di riuscire a ricomporre nel giusto modo tutti i vecchi tasselli rimanenti della nostra produzione.
Cosa fate nella vita di tutti i giorni? Avete interessi comuni oltre alla musica?
L.N.) Ahimè, come tanti musicisti, non siamo nel gotha dei privilegiati che possono permettersi di suonare senza fare altro, perciò ognuno di noi ha un lavoro che obbligatoriamente svolge ogni giorno. Essendo amici prima che membri dello stesso gruppo abbiamo diversi interessi comuni e che siano cinematografia, musica, letteratura, droghe o quant'altro proviamo molto piacere nel coltivarli insieme.
Cosa, quanto rappresenta per voi la musica? Riuscite ad immaginare la vostra vita senza di essa?
L.N.) Una vita senza musica è come un frutto senza semi o un fuoco che non arde. Non riuscirei mai a pensare di vivere senza poter suonare. Non a caso uno dei miei incubi ricorrenti è l'amputazione di entrambe le mani.
Victor Hugo disse "La malinconia è la felicità di sentirsi tristi". Condividete questa frase?
R.G.) Non saprei dirti, poiché noi non ci sentiamo per nulla malinconici, nel senso che non proviamo alcuna "gioia" e nessun senso di autocommiserazione nell'affrontare il nostro mal di vivere quotidiano. L'idea di crogiolarsi nel proprio dolore non fa parte del nostro carattere, e credo anzi che la nostra personale reazione di fronte a tutto ciò che viviamo sia invece decisamente violenta. Ti assicuro che se avessimo dei motivi per gioire non esiteremmo a farlo, non si vive bene pensando continuamente alla Fine.
A breve dovrebbe essere finalmente pubblicato l'omonimo debut album. Potete darci qualche anticipazione? Quali saranno le sue principali caratteristiche (musicali e liriche)? In cosa si differenzierà da "Mors Eleison" e dalle passate produzioni?
L.N.) Il nuovo album sarà in perfetto stile Abysmal Grief: chitarre molto pesanti, riff ossessivi e tastiere sinistre atte a creare la consueta sensazione di disagio che permea coloro che ascoltano i nostri brani. Ci sarà la solita differenza ritmica tra i vari pezzi, ed un abbandono, perlomeno temporaneo, del cantato growl. Inoltre abbiamo avuto l'onore di poter incidere un recitato in latino sul brano "The Necromass" con Mario "The Black" Di Donato, di cui sono personalmente un fan da anni.
Il 2006 è ormai passato. Quali sono i dischi che vi hanno più colpito in questo anno appena trascorso?
R.G.) Non sono molto aggiornato circa le ultime uscite, dato che tendo a indirizzare i miei ascolti verso gruppi un po' più datati. Devo dire che ho apprezzato molto la ristampa di "Land of Mistery" dei Black Hole, che fino a questo momento avevo ascoltato solo su una vecchissima cassetta duplicata anni fa da qualche amico.
Mi èpiaciuto poi il nuovo progetto di Paolo Catena che, seppur lontano da quello che eravamo abituati ad ascoltare da lui, è comunque un lavoro interessante.
A voi le ultime parole. Grazie per la disponibilità.
L.N.) Innanzi tutto voglio ringraziarti per la bella intervista e colgo l'occasione per lanciare un messaggio a tutti i vostri lettori: non temete né rifuggite dal vostro lato oscuro bensì coltivatelo ed avrete la possibilità di sfruttare ed apprezzare lati e diverse sfaccettature della vostra personalità che possono donarvi grandi soddisfazioni, soprattutto morali. In Morte.
- MARCO CAVALLINI -