Risponde Roberto Mammarella
Sono passati quasi due anni dallo scioglimento dei MonumentuM; hai qualche rimpianto?
Sì, come al solito; temo di sguazzarci bene nei rimpianti, io.
Credi che fosse giunta veramente l'ora di dire fine, oppure oggi non rifaresti la stessa scelta?
Si e no. Credo che non rifarei perlomeno la scelta di annunciare ufficialmente lo scioglimento in modo da potermi subdolamente tenere aperta la possibilità di ripensarci. Due anni fa invece applicai proprio il principio contrario: "Metastasi" fu pubblicato allo scopo di essere il sigillo finale dell'esperienza, una sorta di annuncio (sottovoce) della fine del progetto Monumentum, per togliermi la possibilità di ripensarci; un po' di sano autolesionismo insomma, perchè ora non credo che avrei il coraggio di rimangiarmi la parola, anche se mi tornasse la voglia di Monumentum.
Cosa ti ha lasciato, emotivamente parlando, l'esperienza MonumentuM?
Fammi premettere che pur avendo qualche rimpianto non provo alcun senso di incompiuto. Non ho conti in sospeso con nessuno nè tantomeno con dei sogni relativi al gruppo. L'intera esperienza ha lasciato emozioni e ricordi diversi essendosi sviluppata (per quanto in maniera assolutamente discontinua e frammentaria) nell'arco di quasi 15 anni. Ricordo l'ingenuo entusiasmo degli inizi (1988), l'inconsapevolezza del primo album (circa 1995, quasi interamente improvvisato in studio), il consumarsi del bruciante desiderio di farne un secondo (verso il 2000), la quasi forzatura di "Ad Nauseam" (il secondo album, nda), che mi aveva quasi portato ad odiare più che amare la nostra creatura ed il finale senso di abbandono dei due anni successivi alla pubblicazione dello stesso "Ad nauseam". Ora invece: un vuoto non ancora metabolizzato.
"Ad nauesam" era differente da "In Absentia Christi", mentre invece gli ultimi brani composti (presenti su "Metastasi") proseguivano la linea tracciata dal secondo album. Ciò significa che avevi trovato la forma "definitiva" per esprimere le tue idee/emozioni?
Purtroppo dal 1996 in poi fui vittima di un sofferto conflitto interno: da un certo punto di vista i miei ascolti e gusti musicali del momento mi trascinavano sempre più lontano dagli stereotipi e radici (influenze) che avevano indirettamente causato la creazione e la contestualizzazione di "In Absentia Christi". Essendo io però persona cinica, autocritica e pragmatica all'estremo, ben sapevo che questi gusti si scontravano con la consapevolezza che MMM avevano un pubblico molto settoriale e ben preciso, si muovevano in un certo tipo di audience che niente aveva a che fare con i miei desideri musicali futuri. Questo causò da prima stasi ed immobilismo e poi il tentativo di creare un ipotetico compromesso tra ciò che i MMM erano e cià che avrei voluto diventassero in futuro. Non siamo stati in grado di crearlo però: col senno di poi infatti non posso non ammettere che "Ad nauseam" fu una sorta di brutto anatroccolo, un disco mal riuscito, un disco che non eravamo ancora in grado di fare in quel preciso momento. Ora sarebbe tutto molto diverso: potessi rifare oggi, nel 2006, "Ad Nauseam" dalla composizione al mixaggio, ne verrebbe credo un disco meraviglioso; in questo sta un po' il mio rimpianto. Esserci auto-anticipati.
Hai dichiarato che ad un certo punto l'elettronica ha preso il sopravvento sugli strumenti tradizionali. Visti gli ottimi albums nulla da ridire. Però dimmi, quanta soddisfazione artistica può dare una canzone costruita grazie a dei computer?
Molta, comunque molta. Nonostante sia io il primo ad ammettere che molte cose non hanno funzionato nel secondo album, ad ammettere di aver abusato di tecnologie di cui al tempo non avevo ancora padronanza alcuna, ti posso dire che la soddisfazione può essere la stessa.
Infatti comporre e registrare dei brani al computer non significa certo che tu chiedi alla macchina di farti un bel brano ! Il computer non fa assolutamente nulla, deve essere comunque tutta farina del tuo sacco, se si fa eccezione per i loop ritmici e di batteria che possono essere in effetti comodamente generati dal software. L'interazione con il non-emozionale PC è un compromesso con il quale si può scendere anche perchè, consentimi, la situazione da-sogno di suonare con altre 4 persone che siano assolutamente in linea con me (nei gusti musicali, nel modo di suonare, nella sensibilità compositiva) io non l'ho mai provata, per cui se debbo scendere a compromessi ed avere in line-up degli strumentisti che sono lì giusto ad eseguire parti dettate da qualcun altro (o in alternative fare cagate fuori luogo) allora tanto vale avere in line-up un Packard Bell o un Compaq.
I tre albums hanno delle caratteristiche simili e soprattutto un colore comune: il grigio. Ciò a testimonianza che la malinconia e la tristezza si possano esprimere attraverso diverse soluzioni sonore, sei d'accordo?
Scusami se sottolineo questo fatto, ma ci tengo realmente: Monumentum hanno pubblicato DUE album, "Metastasi" infatti è solo una compilation postuma (e posticcia) di materiale inedito e ciarpame sonoro vario. Detto questo, concordo con te sul colore base grigio. Anche se i singoli episodi avevano qualche sfumatura / interferenza diversa. "In absentia .." aveva a tratti anche del rosso, passionale rosso, "Ad Nauseam" decisamente verde, verde medicale/chirurgico, "Metastasi" nero, marmoreo nero.
Gli albums dei MonumentuM hanno sempre avuto la caratteristica di lasciare come una sensazione d'insoddisfazione e disagio. Era questo lo scopo che volevi raggiungere?
Credo derivi dal fatto che ognuno di essi è un piccolo incompiuto. Forse la sensazione deriva automaticamente e spontaneamente da questo fatto. Sono dei piccoli incompiuti, ognuno a suo modo. Non credo fosse uno scopo consapevole, un progetto ben preciso, ma quanto un dato di fatto. Il disagio cui ti riferisci lo provavo già durante le registrazioni, l'insoddisfazione invece appena finite le stesse. E' un pò un serpente che si morde la coda: il disagio mi impediva di realizzare e finalizzare queste canzoni al meglio, da questo poi il terribile e vuoto senso di insoddisfazione successiva.
Ultimamente va di moda il genere depressive/funeral e pare che tutti passino le giornate a piangere in solitudine. Quanto c'è di falso, secondo te, in questa pseudo scena?
Ah ah ! In effetti... concordo con te. Io credo che la "vera depressione", il senso e sintomo di disagio, siano veri (sinceri) quando inconsapevoli. Quando invece una persona fa diventare queste "psicopatologie" una sorta di consapevolissimo e ben-accetto alibi per sè stesso ed i propri fallimenti, automaticamente non è più credibile. Non c'è bisogno di urlarle o esporle in vetrina: sono sensazioni terribilmente intro-verse ed intime che potrebbero anche non avere una coerente manifestazione esteriore. Io per esempio credo di essere definibile da chiunque mi conosca come una persona assolutamente "allegra" e di "buon spirito", ed anche dotato di uno spiccato humour quando sono in compagnia. Ma il mio teatro è terribilmente vuoto.
Una curiosità; il vostro primo album presenta similitudini con due bands, Canaan e Weltshcmerz. E' vero che per un certo periodo suonavate tutti nello stesso gruppo?
Proprio tutti insieme no, ma a gruppetti separati sì! Anthony, anima di Weltschmerz, ha formato i Monumentum con me nel lontanissimo 1987. Insieme abbiamo condiviso tante cose, gli entusiasmi bollenti e i progetti ingenui. Ha suonato anche il basso nel demo di Monumentum ("Musaeum Hermeticum") Mi spiace ancora molto che le nostre strade si siano separate per chissà quali giovanili paturnie. Nonostante questo io lo considererò sempre il mio reale alter-ego putativo in Monumentum, l'altra anima del gruppo insomma. Non era certo solo un bassista, ma il co-compositore delle musiche e in pratica ideatore dell'aspetto concettuale e lirico. E' anche vero però che se avessi continuato a suonare con lui "In absentia christi" non sarebbe mai stato come lo senti ora, ma un album completamente diverso. Per cui bisogna capire cosa si era perso e cosa guadagnato. Mauro Berchi dei Canaan invece era nella line-up dei Weltschmerz, e credo forse lo stesso Anthony nella line up dei Canaan (faccio confusione, ma ad un certo punto delle cose ho perso le tracce di questi interscambi protocultural-artistoidi) ma non ha mai fatto parte di Monumentum. In compenso io e Mauro eravamo nella prima line-up dei Cultus Sanguine (entrambi suoniamo nel mini cd d'esordio dei C.S.). Per quel che riguarda le similitudini non saprei. Certo tanta gente mi fece notare che un paio di canzoni dal primo album Canaan sembravano prese paro-paro da "In Absentia Christi".
Esiste del materiale inedito dei MonumentuM oppure la raccolta "Metastasi" ha chiuso definitivamente il cerchio?
Ho altre cose mai pubblicate, ma se non le abbiamo messe in "Metastasi" è perchè erano realmente primordiali o brutte. Credo che il cerchio sia chiuso, sì, se non altro per il motivo spiegato all'inizio di questa intervista. A volte "mi manco" certo, ma sarebbe egoistico ed arrogante pretendere che questa mancanza sia collettiva e non solo personale. In fondo siamo come i fiori in inverno: assenti senza che nessuno ci faccia caso.
- MARCO CAVALLINI -