La prima domanda mi pare d'obbligo: come mai sono passati ben sei anni da "La casa del dolore"?
E' trascorso il tempo necessario. Per chi è stato attento, questi anni sono stati intervallati da alcune partecipazioni su compilation di etichette italiane, dove tra le "righe dei suoni" si poteva non capire, ma intuire dove il progetto Nenia tendesse a volgere. Per quanto riguarda la realizzazione di "Hospes" non avevamo scadenze. Abbiamo deciso che in principio non dovevamo conoscere ne gli obbiettivi da raggiungere, ne gli strumenti da utilizzare. Abbiamo assecondato gli eventi. Ci siamo persi e abbiamo dimenticato. La vita quotidiana ha fatto il resto e con il tempo sono emerse le giuste domande. Abbiamo trascorso lunghi periodi senza avere contatto con gli altri membri e solo due anni fa abbiamo iniziato a raccogliere il materiale. In questa fase è iniziato il progetto architettonico del lavoro e da quel momento ogni elemento ha trovato una precisa collocazione.
"Hospes" vi conferma come un gruppo capace di trasmettere come nessun altro certe emozioni in musica. Da dove prendete spunto per comporre le vostre canzoni?
Tutto il percorso progettuale del progetto Nenia viene deciso a tavolino, "confrontando" stimoli e concetti. Anche l'assenza di risposte e l'incertezza fanno parte del metodo, come pure la rigorosità nell'analisi. Da questo confronto germina il legame tra i frammenti architettonici. Talvolta la fatica messa in opera è inutile e il piano di lavoro fallisce. La funzionalità è data dalla ricerca continua. Non sono emozioni o esperienze che ci spingono a portare avanti il Progetto Nenia. Piuttosto è una filosofia che appartiene a sè stessa, radicata nella vita di tutti i giorni. E' un progetto il cui percorso è tracciato e l'influenza della vita quotidiana viene costantemente filtrata. Emotività e fisicità concorrono a comporre il disegno in quanto esperienza e memoria di realtà.
Penso che molti lamenteranno l'assenza del cantato disperato di Giuseppe, una delle caratteristiche del precedente album. Siete convinti della vostra scelta operata per "Hospes"?
Crediamo che chi lamenterà l'assenza di voce in "Hospes" non riuscirà a comprendere il disco, o almeno ad intendere la nostra visione e di questo ce ne dispiacciamo. L'unico canone che ci imponiamo è la metodica di lavoro interna, e non le caratteristiche identificabili per l'esterno. E' difficile per noi capire come sia possibile per l'esterno non confrontarsi con l'aspetto evolutivo di una forma.
Il libretto, corredato di frasi criptiche/enigmatiche, completa idealmente il lavoro musicale. Date molta importanza all'aspetto lirico?
E' la fonte. Inizialmente suono e parola nascono da madri diverse, ma le strade si avvicinano fino a farne una; l'una traccia la direzione, l'altra ne delimita gli spazi al suo interno. I processi di trasposizione che avvengono tra suono e parola possono essere impercettibili, fino a sovrapporsi, come in "Hospes".
Quali emozioni/esperienze vi spingono a comporre una musica così triste e disperata?
L'aspetto triste e disperato che molti notano nel nostro lavoro è un aspetto di forma, è un linguaggio comprensibile, ma non certo un elemento primario. La condizione umana genera mondi che nella mente si sovrappongono alla realtà sino a cancellarla, inducendoci a credere che la realtà possa essere triste. Tristezza e disperazione sono prodotti mentali che spesso inducono l'uomo ad agire, sono forme create per il nostro stato cosciente. Sono forme riconoscibili e come tali possiamo condividerle con altri esseri. Mentre l'uomo è indaffarato a dare un nome ad ogni cosa, la realtà non concede nessuna spiegazione.
Credete sia possibile riproporre dal vivo le atmosfere dei vostri dischi?
Si, ma non nei canoni prescritti. Credo che ogni forma debba esprimersi in un suo spazio naturale di evoluzione, artistica o sociale che sia.
Come è possibile che un gruppo come i Nenia debba auto prodursi l'album, soprattutto visto il culto che si è creato attorno al vostro nome?
E' possibile nel momento in cui capisci che è la strada migliore. La libertà che ti viene concessa da un circuito commerciale è sempre limitata. In questo modo riusciamo a controllare ogni cosa, contenuti, packaging, distribuzione, promozione.
Puoi parlarmi del futuro album "Memorie statiche"?
"Memorie Statiche" non sarà il nuovo album, ma un nostro nuovo prodotto, una raccolta contenente le tracce sonore apparse in varie partecipazioni a compilation ormai introvabili, più un inedito creato per l'occasione. L'acquisto avverrà solo tramite il nostro sito e le copie saranno limitate.
Chi sono i Nenia nella vita di tutti i giorni?
Persone comuni.
- MARCO CAVALLINI -