Risponde Fabban
Qualcuno considerava MALFEITOR un progetto a breve termine, destinato alla durata di un solo disco; due anni dopo “Unio mysitca maxima” siete invece tornati, più in forma che mai. A chi dedicate questo vostro ritorno?
F: Posso sapere chi è quel “genio” che pensava che Malfeitor durassero solo per un disco? In Italia continua ad esserci una quantità spropositata di nullafacenti che blaterano e che gridano come maiali... tutta gente che però non è capace di suonare, di fare dischi, di fare concerti e quant'altro. L'italia, il paese dei tuttologi nullafacenti... Questo disco è dedicato a tutti coloro che non conoscono se stessi, ovvero a tutti coloro che sono destinati a consacrare la loro esistenza al NIENTE.
Quali ritieni siano la maggiori differenze, musicali e liriche, fra i due albums?
F: Musicalmente questo nuovo disco è molto più maturo e concreto rispetto ad “Unio Mystica Maxima” e tra le altre cose è stato concepito sin dall'inizio per due chitarre. A livello lirico “Incubus” lo considero un disco molto serio, con delle tematiche molto serie ed intelligenti. Se i testi di “UMM” possono essere considerati diretti e violenti, quelli di Incubus sono decisamente profondi, pesanti e “realmente pericolosi”.
Se dovessi descrivere i vostri due albums con una sola parola userei “Infernale” per il primo e “Occulto” per il secondo; sei d’accordo?
F: Si, direi di si. Incubus a mio avviso è un disco misterioso, mistico e maestoso.
Musicalmente parlando, ho letto spesso paragoni fra la voi e gruppi come Marduk, Dissection e la scuola svedese in generale; a parte la pulizia del suono io non trovo nulla che vi possa associare a quella scena. Come mai tante persone vi hanno inserto in un calderone che dista lontanissimo dall’oscurità emanata dai MALFEITOR?
F: Sono completamente d'accordo con te. Il fatto è che in italia e spesso anche all'estero, le persone che vengono abilitate a recensire dei dischi spesso non riescono a spiegarsi e a farsi capire e hanno sempre bisogno di fare dei paragoni con altri gruppi. In molti casi, così come succede a noi, questi paragoni sono assolutamente fuori luogo. Tieni anche a mente che alcuni “giornalisti” spesso neanche ascoltano i dischi nel momento in cui devono recensirli e se la cavano scopiazzando qua e la da altre recensioni online. Il lato merdoso di internet. Amen.
Rispetto al debutto è notevole il miglioramento tecnico ed esecutivo di tutto il gruppo; avete lavorato molto in fase di stesura delle canzoni?
F: Non più di quattro mesi... Il resto l'abbiamo sviluppato in studio e attraverso alcune pre-registrazioni nella nostra sala-prove…
In particolare, la prova del defezionario Atum alla batteria è devastante; avete trovato un degno sostituto? Vuoi presentarlo?
F: Si, si chiama Goraath, è molto più preparato e potente del nostro precedente batterista ed è anche un grande amico. Direi che siamo stati molto fortunati. Chi ha visto Malfeitor dal vivo con la nuova line-up sa di cosa parlo.
Il libretto del nuovo album è davvero molto curato; quanta importanza date al lato grafico della vostra proposta?
F: Essendo un grafico di professione direi che per me è qualcosa di molto importante. Non fondamentale, ma molto importante, soprattutto quando si riesce a tradurre in “visual” qualcosa di concettualmente difficile e contorto.
Come nel debutto “Unio mystica maxima”, anche in questo nuovo “Incubus” le liriche sembrano un omaggio al lato nero e occulto dell’esistenza; ritieni inscindibile il legame fra black metal e occultismo?
F: Io ho cercato di raccontare tutta una serie di esplorazioni, di fatti accaduti, di vicissitudini, di momenti perticolarmente oscuri legati a quella che è la più impervia discesa nel più impervio degli inferni: noi stessi, ciò che siamo e ciò che non sappiamo di essere. L'abbandono della logica spesso apre i cancelli di mondi particolarmente oscuri. Incubus è un lungo viaggio all'interno di questi mondi. Un'eslorazione del Sentiero della Mano Sinistra e dei meandri del “Sè”. Testi e concetti che faranno storcere il naso ai ragazzini adoratori del male, della guerra e di altre cazzate politiche magari...
Una nota di dispiacere è il fatto dello scarso utilizzo del cantato pulito/recitato che avete così ben caratterizzato il debutto; a cosa è dovuta la scelta di accantonarlo quasi del tutto su questo nuovo disco?
F: Non mi piace ripetermi. Detto questo direi che in questo disco di parti pulite e tecnicamente molto più contorte ce ne sono…
Il disco è un blocco di lava nera che scorre compatta e solida nella sua globalità, ma due brani mi hanno colpito in particolare; il primo è “Dark saturnian chaos” che considero l’erede della mitica “Rex bestia fera”; puoi parlarmi dettagliatamente della costruzione di questo brano?
F: Dovresti girare i tuoi complimenti ad Hell IO Kabbalus, la mente di questo pezzo. Penso che Dark Saturnian Chaos è complicato e emarginante come lui. Peraltro è stato il primo pezzo che abbiamo scritto subito dopo il primo disco.
L’altro brano è la sepolcrale “Void of voids”, che in certe cose mi ricorda l’atmosfera apocalittica dei Void Of Silence di “Criteria ov 666”; a distanza di anni che ricordi conservi di quel progetto?
F: Bei ricordi ed un rammarico. Penso che quel gruppo sarebbe potuto diventare qualcosa di molto importante a livello mondiale. I dischi in cui ho cantato restano due opere incredibili. Non posso che ricordare il tutto con profonda soddisfazione.
“The other half” prende in esame un qualcosa da cui molti rifuggono; “l’altra metà” è in ognuno di noi? E’ positivo o negativo percepirne la presenza?
F: Per quanto mi riguarda direi che è FONDAMENTALE. La conoscenza del “sè” è la mia unica missione in vita. Penso che chi non conosce “se stesso” è destinato a sopravvivere (non vivere) su sentieri poco sicuri, nonchè destinato a convivere in un eterno stato di conflittualità con gli altri, con la natura, con tutto ciò che si vede e non si vede. E penso che spesso fare i conti con la propria “interiorità” è qualcosa di estremamente doloroso e crudele.
So che sei particolarmente legato all’album “De mysteriis dom Sathanas” dei Mayhem e lo consideri il disco nero per eccellenza; non credi però che siano stati i DarkThrone con “A blaze in the northern sky” e “Under a funeral mon” a, diciamo, “aprire le porte dell’inferno”?
F: No. I testi dei Dark Throne non sono mai stati particolarmente “efficaci”. Quelli scritti da Dead ed Euronymous, a mio avviso, sono testi veramente oscuri ed “evocativi” nella loro semplicità. La differenza stà proprio in questo secondo me…
Conosco la tua passione per il dark industrial/ambient/apocalyptic e più volte hai dichiarato che ritieni “Nature unveiled” dei Current 93 il disco nero per eccellenza; cosa ti affascina così tanto di quel disco e di quelle sonorità?
F: Si.. Quel vinile per me è sacro ed è legato a ricordi molto molto particolari che non mi va di condividere con nessuno. Per me quel disco è nero come pochi altri al mondo. Non lo ascolto da 7 anni. Non so se l'hai mai ascoltato... E' un esperienza da provare, credimi.
Fabban ha paura della Morte? Cosa c’è a tuo parere ed in base alle tue esperienze dopo di essa?
F: Purtroppo c'è solo niente e silenzio eterno. La morte mi rattrista, ma non ho paura. Penso che la morte sia parte della vita. E' qualcosa di assolutamente naturale. E' la fine che faremo tutti e tutto e non mi preoccupo molto della morte in quanto sono molto concentrato ad occuparmi della mia vita.
Suicidio; atto di coraggio o di viltà a tuo parere?
F: Il suicidio è qualcosa che non rientra nelle mie corde e nel mio carattere. Semplicemente non mi interessa e non giudico che si è suicidato.
Una curiosità; che fine ha fatto Nick Curri? E dei Funeral Oration sentiremo ancora parlare? Possibile che con tutto quello che viene ristampato oggi, a nessuno sia ancora venuta la voglia di rimettere in circolazione un disco come “Sursum Luna”?
F: Si, ci siamo sentiti la scorsa esate… Per il resto non so, ma di sicuro Funeral Oration non si riformeranno mai. Ma non escludo una ristampa di “Sursum Luna” in futuro...
Intendete supportare “Incubus” dal vivo? Ho letto commenti positivi sui vostri concerti; prestate molta attenzione la lato live di MALFEITOR?
F: Si, stiamo suonando dal vivo e con la nuova formazione i nostri live sono veramente molto violenti e pesanti... E' splendido il contatto col pubblico quando siamo sul palco… è un'energia unica.. L'8 Gennaio saremo a Linz, in Austria, poi il 9 a Gorizia... le altre date verranno pubblicate sul nostro sito www.myspace.com/malfeitor666…
Ti ringrazio per l’attenzione. A te le parole finali.
F: alla prossima mister.
- MARCO CAVALLINI -