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APOLOKIA
"Vortice Nero"
Febbraio 2013
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Rispondono alle domande Verminaard e Blackfrost.

Partiamo dal nuovo album “Kathariaan Vortex”; anzitutto quale significato dare al titolo?

Blackfrost: Kathaarian Vortex, il titolo dell’ album, decodifica in forma puramente esoterica il richiamo ad un misticismo particolarmente oscuro ed apocalittico con una valenza di stampo esclusivamente iperboreo/elitista e diabolicamente generato da una mia personale complessa analisi visionaria influenzata dall’origine cosmico blasfemica del movimento temporale degli eventi, proiezione astrale dei Perfetti. Le nostre ricerche in ambito satanico filosofico e nichilista ci hanno portato alla conoscenza di nuova energia cosmica dai chiari e delineati toni distruttivi, incentrati sulla mera elevazione spirituale catartica della nostra esistenza ed elitaria visione del nostro Io come quello del cosiddetto ”Non Umano”.
Il titolo dell’album fa riferimento ad un nero vortice, luogo di sulfurea asfissia dal mondo degli umani e rigenerazione/resurrezione in base ad un dualismo infernale influenzato dal catarismo come forma antitetica alla vita generica e geneticamente impura degli umanoidi.

L’album esce dopo tre anni di lavorazione fra composizione, registrazione e mastering; quando capite che un vostro disco è pronto ad essere realizzato e pubblicato?

Blackfrost: Visti i notevoli problemi di distanza fisica tra me e Verminaard, ovvero tra Norvegia ed Italia, siamo sempre abituati ad affrontare il lavoro compositivo una fase alla volta, partendo da idee primarie e sviluppandole successivamente fino a raggiungere una cosiddetta forma espressiva ed artistica.
Non siamo una band canonica ed i nostri tempi di creazione sono sempre lunghi, ergo essendone pienamente consapevoli di ciò non ci creiamo alcun problema se per realizzare un album impegniamo tre anni compositivi come è per esempio accaduto per la stesura del nostro full debut album Kathaarian Vortex.
Tornando alla tua domanda in particolar modo, credo che riusciamo ad avere un’idea sulla sua definizione solo quando ne raggiungiamo un personale perfezionismo integrale, inteso non solamente a livello musicale, ma anche da un punto di vista visivo, estetico e concettuale.
Verminaard: Le distanze hanno sicuramente contribuito nel rendere più complicata e lenta la realizzazione dell'album. Per quello che concerne me in particolare, posso dire che la creazione dei riffs e la conseguente costruzione e struttura dei brani è sostanzialmente avvenuta tra gennaio e giugno 2010. Ad esclusione di 2 pezzi (Post Kristus Daemonolatry e Signum Satani) che sono stati completati e registrati a dicembre 2010. .

Chi è l’autore dell’artwork di copertina? In particolare mi piace molto l’immagine del retro esterno; cosa simboleggia la figura decadente presente in esso?

Blackfrost: L’artwork è stato interamente concepito da me in netta simbiosi con il misticismo connesso con il significato ed il principio dell’album Kathaarian Vortex. É stato successivamente realizzato materialmente da un artista, presso Moon Ring Design, il quale è riuscito ad interpretare egregiamente le mie visioni astratte, traducendole in modo estetico in relazione al concept dell’album. L’immagine a cui fai riferimento, sul retro dell’album, rappresenta Lucifero, da Noi inteso come ordine supremo del cosmo, forza non umana del caos infernale, purezza dello spirito, luce ed oscurità, supremazia del culto del sangue, estremo centro del dualismo cataro/nichilista.

Il suono e la produzione risultano per certi versi quasi disturbanti; ritenete siano queste le caratteristiche che deve avere l’APOLOKIA sound? É questo ciò che vi prefiggete quando cominciate a lavorare su essi?

Blackfrost: Riguardo la produzione integrale del suono ne sono il relativo responsabile in primis, ma diciamo che la scelta sonora dei singoli strumenti viene di solito elaborata e pianificata tra me e Verminaard in fase di post produzione e missaggio.
Il suono in APOLOKIA ha una valenza ben precisa e fondamentale, in quanto è l’elemento cruciale e definitivo che delinea ciò che Noi riteniamo opportuno e necessario per raggiungere uno specifico scopo e gusto personale, sia a livello di timbriche che in relazione ad atmosfere, ultra violenza, trance e visualità sonora.
In Kathaarian Vortex, abbiamo accentuato ancor di più un tipo di suono, precedentemente usato nelle nostre releases e decisamente ispirato alle produzioni culto, iper gelide dei primi anni 90, in particolare stile 1992.
Per Noi questo è il suono Black Metal.
Tutto ciò che l’odierna massa umana è abituata ad ascoltare al giorno d’oggi non può definirsi tale.

Se dovessi descrivere l’album in tre parole userei “Anti Umano, Glaciale e ossessivo”; tu che dici?

Blackfrost: Non Umano. Artico. Satanico. Claustrofobico. Distruttivo.

Il lavoro chitarristico è gigantesco e stracolmo di idee; è da questo strumento che nascono le composizioni del gruppo?

Verminaard: Esatto.
Io compongo i riffs, do una struttura unendoli l'un l'altro e poi Blackfrost compone la sezione ritmica e l’ensemble.
A volte modifichiamo insieme i riffs di chitarra.
La creazione dei pezzi è fatta in totale sintonia tra noi due, ognuno interviene nel campo dell'altro e così deve essere.
Tutto ciò che è creato in APOLOKIA è frutto delle due menti, dalla prima nota all'ultimo effetto o campionamento.
C'è sempre il placet di entrambi su tutto.

Hai cominciato la carriera musicale suonando la batteria; non senti mai la nostalgia di tornare a suonarla fisicamente e non solo digitalmente?

Blackfrost: Nostalgia? probabile, ma non escludo un mio ritorno dietro un kit prettamente umano ed acustico.
Sebbene sia stata una mia decisione personale, relativa ad alcuni problemi logistici, ho, negli ultimi periodi, in un certo modo cercato di esprimere il mio stile di drumming attraverso il linguaggio di una drum machine, esplorando modi diversi per raggiungere un tipo di suono non umano e freddo, cinico e distruttivo allo stesso tempo.
Ciò che avevo in mente.

In alcuni brani sono presenti riffs più lenti echeggianti la scuola HellHammer/Celtic Frost dal gusto davvero oscuro e morboso; in futuro prevedi un maggior uso di essi?

Verminaard: Hellhammer sono uno dei gruppi che mi influenzano di più e di sicuro sarà così sempre. APOLOKIA del 2013 non è APOLOKIA del 1997, nonostante permanga in modo molto evidente lo stesso trademark di 13 anni fa.
Noi creiamo "musica" solo per Noi stessi, quindi faremo semplicemente ciò che ci andrà di fare.
Posso sicuramente affermare che le future creazioni continueranno ad avere il nostro tipico trademark ossessivo, ipnotico, ultradisturbante, continueremo a trasmettere disagio all'ascoltatore.
La nostra "musica" è una tempesta di lapilli fumanti ed incandescenti vomitata sugli insulsi esseri "umani".
Ma potrebbe anche essere la chiave per una catarsi oscura interiore atta ad aprire le porte del Nichilismo Cosmico a potenziali "iniziati".

“Order of the nine”, “Signum Satani”, “Coil of nihilism” e la title track sono i brani che mi hanno più colpito; potresti darmi un tuo giudizio/commento riguardo ognuno di essi?

Blackfrost: Non intendo fare una disanima ravvicinata delle tracce da te elencate, in quanto detesto esporre mie interpretazioni personali su di esse e via discorrendo.
Mi limito a specificare che ogni traccia che compone il nostro album ha una sua determinata atmosfera, stile e concept di natura strettamente satanica, ovvero coerente con ciò che rappresenta la purezza Black Metal.
Musicalmente intendendo, l’intero album Kathaarian Vortex è un intricato compendio di prima e seconda ondata black metal, il tutto rielaborato da Noi attraverso il nostro tipico trademark APOLOKIA, in una veste più originale, malevola ed avanti con i tempi.
Un nefando connubio di nero ritualismo, ultraviolenza artica, atmosfere sulfuree e mantra criptico/infernali.

“Coil of nihiism” è un semplice brano musicale o dietro esso e il suo testo c’è anche una vostra chiara dichiarazione d’attitudine e intenti?

Blackfrost: L’intero album è un rituale che ha poco a che fare con l’aspetto “musicale”.
Per Noi Black Metal NON è musica.
La sua valenza esoterica, satanica ed elitista nichilista rappresenta la sua vera ed incontaminata essenza spirituale.
Black Metal ha uno stretto legame con la personalità Non Umana e con il suo indivisibile patto di sangue con le nere arti ed i lati più distruttivi della personalità.
In APOLOKIA nessuna dichiarazione, attitudine nichilista, misantropico/isolazionista è lasciata al caso.
One Life. One Code
Verminaard: Noi non creiamo "semplici brani musicali".
Noi non creiamo “musica”.

Come mai la scelta di una nuova versione di “Pure Imperial Darkness” recuperandola da “Fields of Hatefrost”? In futuro prevedete una ristampa su CD di quel mitico demo?

Blackfrost: Abbiamo deciso di includere un remake di Pure Imperial Darkness, in quanto abbiamo sempre ritenuto avesse una grande potenzialità, sicuramente la traccia più interessante, tratta dal nostro demotape culto Fields of Hatefrost del 1997.
Sicuramente abbiamo nei nostri futuri piani una ristampa su cd dei nostri demotapes, da tempo immemore sold out : Frozen Evokation (1995) e Fields of Hatefrost (1997). Abbiamo avuto delle proposte da parte di alcune labels e considereremo il miglior deal.

L’album esce anche in formato vinile e cassetta, quasi come un omaggio agli anni ’90. Sei fiero che tre labels diverse si siano offerte di pubblicare il disco?

Blackfrost: Siamo in primis sempre fieri di tutto ciò che realizziamo con APOLOKIA, ergo, egocentrismi miei a parte, credo che aver avuto la possibilità di produrre l’album in tre diversi formati sia stata un’idea eccellente e molto intrigante. In particolar modo non era mai stato realizzato alcun prodotto sotto il nome APOLOKIA in versione LP vinile, ergo siamo, allo stato attuale, abbastanza curiosi del risultato finale.

Prevedi ora un lungo periodo di silenzio per APOLOKIA come avvenuto in passato, oppure siete già al lavoro su nuove idee?

Blackfrost: È previsto un temporaneo periodo di silenzio. Per il momento le nostre attenzioni sono rivolte verso il risultato del nostro full debut album Kathaarian Vortex e la sua distribuzione/promozione nell’underground. Sebbene non siamo alle prese con nuove composizioni, Io e Verminaard abbiamo già discusso a priori a riguardo alcune direttive future, artistiche e non.

Quali sensazioni ricavate dal distacco completo che spesso caratterizzano APOLOKIA?

Blackfrost: Piuttosto che definire sensazioni, credo si possa parlare di vera e propria necessità per Noi in APOLOKIA.
L’elemento isolazionista/nichilista e misantropico è sempre stato presente nella nostra forma mentis attitudinale sin dagli esordi, nei primi anni 90, ergo, il cosiddetto “prendere le distanze da un ambiente di subumani” è sempre stato un processo “naturale e puro”.

Ritenete questo distacco vitale o comunque essenziale per coltivare la vostra espressione artistica?

Blackfrost: Lo è senza dubbio e senza remore.

Grazie per l’attenzione; a te le parole finali.

Blackfrost: Grazie per lo spazio, interesse e supporto.
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- MARCO CAVALLINI -