Rispondono alle domande Nequam, Azàch and Maniac of Sacrifice
Anzitutto, quale il significato della parola “Ananke”?
Nequam: “Ananke”, è una parola dal suono gutturale, come tutte le parole che nel greco antico dovevano dare un senso di impotenza e timore, verso ciò che non si può controllare, appannaggio della sola Natura. Con il termine “Ananke” si intende infatti lo “stato di necessità” entro il quale, secondo gli antichi greci, si muoveva la Natura stessa, dove tutto accade solo se vi sono le condizioni perché quell’accadimento possa verificarsi. Qualcosa nasce per una serie di circostanze, qualcos’altro muore, qualcosa muta, in quel senso di giustizia perfettamente calato nell’armonia del tempo ciclico, un tempo perfetto e potente, soppiantato purtroppo da quello lineare/escatologico cristiano. Tale parola quindi doveva per l’appunto essere pronunciata quasi a lontana imitazione dello spavento, dell’inghiottire come di fronte ad una forza incontrovertibile. Tale stato di necessità non è infatti negoziabile, né modificabile.
“Ananke” celebra i venti anni di esistenza de L’Ordine Della Terra. Cosa vi portò a fondare tale organismo?
Nequam: Quando nel 1996 fondammo la band The Magik Way ci rendemmo subito conto che sarebbe stato interessante per noi creare un nucleo di pensiero parallelo, un luogo di discussione extra musicale, dove praticare i nostri vari interessi e in questo modo coinvolgere persone non direttamente legate al mondo della musica. In realtà fin dai primi anni ’90, avevamo già creato qualcosa di simile, alcuni di noi erano già entrati in risonanza, come corde che vibrano per simpatia, si andava cioè generando quel gruppo di persone dedito a tematiche come lo spiritismo e la filosofia che poi sarebbero divenute lo zoccolo duro de “L’Ordine della Terra”. Sono del ’91-’92 le prime riunioni, le prime sedute medianiche, dove partecipavamo e dove facemmo conoscenza reciproca. Quindi è corretto dire che fu proprio attorno al tavolo medianico che ci incontrammo. Tali frequentazioni venivano principalmente dall’ambiente esoterico/culturale, in particolare piemontese, nonché dal teatro e della pittura. Negli anni vi sono state ovviamente defezioni, trasformazioni e altre adesioni, fino a diventare cioè che è oggi: un nucleo eterogeneo di appassionati. A conti fatti fu una bella idea fondare L’Ordine della Terra, ancora oggi ci garantisce un approccio abbastanza originale per qualsivoglia pubblicazione, collaborazione, opera. La band invece è il laboratorio dove si dà forma a tutte queste idee, dove si manifesta la vera intenzione artistica.
Quali erano gli “obiettivi” che vi eravate prefissati tramite la creazione di esso?
Nequam: Come detto prima, fare di un movimento esoterico, normalmente impegnato nella pratica delle arti magiche in senso più esteso, in un “luogo” dove ideare progetti di varia natura, che si trattasse di performance, pittura, musica, cercando per quanto possibile di trasmettere le nostre convinzioni sul materiale in lavorazione. Possiamo dire con certezza assoluta che ogni opera realizzata in questi 20 anni (e parliamo non solo di musica ma anche di mostre pittoriche, video installazioni, musical teatrali) vede come punto di partenza L’Ordine della Terra. La componente occulta dell’Ordine gioca un ruolo importantissimo, proprio perché trae forza dall’anonimato e da un metodo di lavoro lontanissimo dai normali processi ideativi. Anzi potremmo dire che soltanto certo materiale discusso diventa progetto artistico. The Magik Way in questo senso, non è che la punta dell’iceberg, che però porta sulle proprie spalle la responsabilità della resa finale di qualsivoglia proposta.
Arrivando ai tempi recenti, quando avete avvertito l’esigenza di realizzare il DVD?
Nequam: Il tutto è avvenuto progressivamente. Dal 2012 ad oggi si è riacceso un interesse verso l’aspetto musicale legato ai The Magik Way. Indubbiamente avere dato alle stampe alcune releases ha avvicinato nuovi curiosi e riacceso la fiamma in coloro che già ci conoscevano. Ci sembrava interessante creare del materiale video che scaturisse dai festeggiamenti per il ventennale dell’Ordine, culminato con la performance live all’Auditorium di via Pace a Brescia. Evidentemente il progetto video si è poi allargato e, come si evince dal DVD, la “trama” dello stesso si è ampliata divenendo un vero e proprio contenitore dove poter scorgere il nostro mondo. Alla musica dal vivo è stata tramata una narrazione questa volta più sbilanciata sugli aspetti filosofici e occulti, anche grazie all’impegno diretto di Roberta Rossignoli, curatrice del concept di “Ananke”. A quello si sono aggiunte le letture della medium e antropologa Alexandra Rendhell che non credo necessiti di presentazioni e la regia di quel particolare set in multicam studiato appositamente per noi da Alberto Malinverni, autore con Azàch, anche delle parti documentaristiche. In questo modo ci siamo trovati con abbastanza materiale per presentare un’opera composita, rappresentativa del nostro mondo, reso ancora più esclusivo dalle grafiche e dal formato digipack DVD in tiratura limitata, numerata a mano di 333 copie per le quali non possiamo che ringraziare Sad Sun Music e My Kingdom Music con i quali abbiamo ormai creato un gruppo di lavoro impeccabile.
I filmati e le immagini riguardanti la natura sono davvero efficaci. Dove sono stati registrati, se è possibile saperlo?
Azàch: La raccolta del materiale per così dire “documentaristico” ha coinvolto direttamente anche me, andando ad integrare l’impegno e la forza creativa di Alberto Malinverni, il quale, essendo esperto di riprese ad alta quota, ci ha fatto conoscere luoghi a lui noti per la suggestività di certi scenari e per la presenza di teatri naturali adatti al nostro scopo.
L’iconografia di base del DVD è indubbiamente legata all'elemento concettualmente portante dell’album: la Terra.
Il mio contributo nasce da un’esperienza personale legata alla Maremma tosco-laziale, da cui provengono alcune delle riprese.
Sospeso tra terra e cielo, in armonia con il “circostante”, che è spesso ricco di suggestioni da assaporare senza fretta, sedotto dal misticismo dell’antica civiltà etrusca fondata sul culto della natura e, soprattutto, sulla divinazione della “Madre Terra”. Addentrarmi per le “Vie Cave”, in un paesaggio caratterizzato da sentieri ripidi, tortuosi e profondamente scavati nella roccia tufacea mi ha messo sulle tracce della grande dea, da sempre archetipo divino del principio femminile il cui primo dominio è la Terra, suo regno e dimora, intesa sia come elemento sia come spazio sacro.
Abbiamo voluto richiamare con la bicromia delle immagini il nostro mondo terreno ed il mondo sotterraneo, l’oscuro sottosuolo tellurico che da sempre parla all'uomo.
Altre riprese hanno visto protagonista Il fragile e poderoso Ponte della Becca nei pressi di Pavia, un non-luogo che più di tutti rappresenta il passaggio: qui il confluire di due potenti fiumi con la loro incessante voce, tagliano la terra come una lama che divide i vivi dai morti.
La parte live è registrata all’Auditorium di via Pace di Brescia. Cosa vi ha portato a scegliere tale luogo?
Nequam: Sapevamo dell’esistenza di questo teatro in disuso, dove la rimozione della platea (ma non della galleria) rendeva la location davvero particolare e ci consentiva di posizionarci al centro dello spazio (e non sul palco). Una questione rilevante sia sotto il profilo dell’alloggiamento del pubblico che, essendo composto dei membri dell’Ordine non doveva essere ripreso, sia per la possibilità di ottenere un suono ambientale naturalmente riverberato, che è molto ben udibile nel DVD.
Azàch: In fase di registrazione, fin dai tempi di “Cosmocaos” del 1999 (ma anche in progetti passati) siamo sempre andati alla ricerca di luoghi con un forte carattere scenografico e determinate peculiarità acustiche: aree industriali dismesse, ambienti sotterranei, teatri. Anche in questo caso l’ambiente e i riverberi naturali avrebbero giocato un ruolo fondamentale per la riuscita di “Ananke” quindi la scelta di un luogo acusticamente e visivamente adeguato ci ha aiutato ad ottenere la resa che volevamo. Un orecchio allenato non potrà non notare il suono particolarmente avvolgente, frutto di una meticolosa microfonazione panoramica e dell’utilizzo dell’audio originale in presa diretta estrapolato dalle varie cam. L’audio estratto è dotato di una profondità e ampiezza notevoli, praticamente impossibili da ottenere naturalmente negli ambienti di uno studio di registrazione.
Da evidenziare inoltre che il pubblico, posizionatosi in alto, ha potuto godere dello spettacolo in un modo veramente particolare, ossia a piombo rispetto al “palco”, esattamente come viene posizionato il pennello da scrittura per far confluire sulla carta l'energia dall'Alto.
Come recita la biografia acclusa, la scelta di mostrarvi senza fronzoli e trucchi è per certi versi spiazzante; vi si sarebbe potuti immaginare coperti da drappi, incappucciati. Credi qualcuno potrà rimanere “deluso” in tal senso?
Nequam: In realtà crediamo che “spiazzante” sia il fatto che una band che in 20 anni non si è quasi mai rivelata possa decidere di farlo in DVD mostrandosi senza l’ausilio di nulla se non i propri strumenti, disposti in quadrato, alla mercè di mille inquadrature e di un occhio indagatore come può essere quello alimentato da una regia centripeta e invasiva. Lo spazio scenico è disseminato di cavi, prolunghe, faretti, camere, carrelli, gli addetti alle riprese sono palesati, nulla è stato nascosto ad eccezione del pubblico per ovvie ragioni. Questo atteggiamento è abbastanza antitetico rispetto al nostro passato e, permettimi, rispetto anche ad un’idea estremamente post-prodotta della musica di oggi, dove tutto è abbastanza lontano dal vero, se per vero si intende la crudezza di una ripresa, di una foto, di un arrangiamento magari scarno. Sulla possibile delusione di qualcuno per non essere incappucciati io non credo sia realistica, dato che fin dal 1996, quando il nostro sound era molto vicino al Black Metal dal quale provenivamo, non facevamo già uso di corpse painting né di particolari travestimenti e, a ben pensarci, erano comunque pochissime le immagini della band in circolazione.
Noto la presenza di Maniac Of Sacrifice, compagno nei Mortuary Drape nel periodo “Mourn Path” / “Secret Sudaria”. Da allora eri praticamente scomparso dalla scena musicale. Cosa ti ha portato prima a suonare in “Curve Sternum” e oggi addirittura mostrarti dal vivo?
Maniac of Sacrifice: Dopo l'uscita di “Secret Sudaria” mi sono allontanato dalla scena metal per motivi personali e anzi ne approfitto, nonostante siano passati tanti anni, per precisare che lasciai i Mortuary Drape per mia volontà, peraltro sono ancora e sempre in ottimi rapporti con Wildness Perversion. Faccio queste precisazioni dato che all’epoca, qualcuno si ricorderà, ci furono parecchi “rumors” e fantasticherie sull’improvviso abbandono dei 4/5 della band.
Con Nequam invece, siamo sempre stati in contatto e, dopo quasi vent'anni, ci siamo ritrovati per suonare insieme per l’album “Curve Sternum”. Ascoltai alcuni demo delle prime tracce del disco e rimasi affascinato dalla proposta nonché dalle tematiche come sempre legate all'occultismo. Accettai molto volentieri, fu così che ritornai a suonare e anzi al momento continuiamo a lavorare su altro materiale nuovo.
Per la questione del mostrarsi senza abiti di scena posso solo dire che si è trattato di una decisione unanime.
Musicalmente parlando, “Ananke” contiene i brani di “Curve Sternum”, proposti in versioni differenti rispetto a quelle del disco. Come mai tale scelta?
Nequam: E’ stato tutto molto naturale. “Curve Sternum” è il materiale sul quale abbiamo lavorato più di recente e ci piaceva l’idea di stravolgere gli arrangiamenti, dandone una chiave differente. Molti di questi brani furono provati in varie vesti fin dalla realizzazione del disco. L’inserimento del piano ad esempio, che non finì sull’album e l’eliminazione della chitarra acustica invece molto presente su disco, ha dato maggior lustro al contrabbasso ad arco e ad un approccio più classico, sperimentale e meno “folk” (o neo-folk, termine anche un tantino improprio con il quale siamo stati definiti in molte recensioni). Parallelamente le versioni su DVD sono più all’impronta, più liberamente suonate e rivelano anche la nostra passione per l’improvvisazione, una pratica che quasi preferiamo alla rigidità compositiva talvolta necessaria per portare a termine un disco fatto di canzoni. Come spieghiamo nel DVD stesso, abbiamo sempre dato grossa importanza alla sperimentazione come ad un qualcosa che ha strettamente a che fare con la ricerca di se stessi.
Alexandra Rendhell. Quando e come è avvenuto l’incontro e la conoscenza di persona con la medium antropologa?
Nequam: Siamo da anni appassionati agli scritti di Alexandra e Fulvio Rendhell, come è noto “L’Ordine della Terra” si rifà ad istanze vicine alla Neo-Magia e ad una certa visione sincretica che pone in relazione l’antico con il moderno, la “tecnica” con gli antichi insegnamenti. Per questo ed altre ragioni guardiamo con ammirazione a questa famiglia di grandissimi medium, che con i loro scritti continuano a illuminarci sulla via di una più piena comprensione dell’Oltre. In occasione dei preparativi per il ventennale ci siamo decisi a contattare la dott.sa Rendhell, prima per omaggiarla del nostro “Curve Sternum” (introducendola così al nostro mondo) e dopo proporle di lavorare con noi per il DVD. Nonostante i numerosissimi impegni (Alexandra Rendhell ha recentemente dato alle stampe un nuovo libro) si è resa subito disponibile con una gentilezza e umanità contagiosa. Dapprima lavorando sui testi raccolti e tramati da Roberta Rossignoli e poi incontrandoci per effettuare le riprese, ecco che siamo riusciti a concretizzare una collaborazione di cui andiamo molto fieri. L’occasione ci ha consentito di entrare in contatto con una persona dai grandi poteri, un’anima sensibile estremamente vibrante che ha inondato di energia tutti noi e perfino i luoghi dove l’incontro è avvenuto. A distanza di giorni la sua presenza era ben tangibile.
Ritenevate necessaria la sua partecipazione? Quanto credi sia importante l’apporto da lei dato?
Nequam: Durante la stesura di “Ananke” sentivamo il bisogno di creare degli spazi dove leggere delle citazioni, dei moniti, ma ciò doveva essere fatto da una figura molto potente ed evocativa giacchè l’idea era di inserire una sorta di “guida”, di voce che incutesse anche una certa tensione. Sinceramente Alexandra Rendhell fu il primo nome al quale pensammo ma mai ci saremmo aspettati una persona così preparata anche sulla drammatizzazione, sull’uso della voce in una chiave espressiva e non meramente didascalica. La sua presenza sul DVD è fondamentale.
Pensate che la collaborazione con Alexandra Rendhell sia esaurita con questo DVD oppure è ipotizzabile un suo coinvolgimento in vostri futuri progetti?
Nequam: Evidentemente ci auguriamo di fare altre cose, visto che il connubio musica-occultismo è alla base del nostro impegno musicale fin dai tempi più remoti. Ma è presto per fare progetti. Confidiamo in un tempo naturale e non amiamo le forzature.
Raggiunto dunque il traguardo dei 20 anni cosa ci si può aspettare dai THE MAGIK WAY? Il cammino proseguirà?
Nequam: Il cammino proseguirà. Anzi, posso anticiparti che è già in lavorazione del nuovo materiale che ci sta elettrizzando e che come sempre si dipana gradualmente, ma è troppo presto per parlarne. Posso solo anticipare che c’è nuova musica, nuovi testi, un nuovo concept in lavorazione, nuovi luoghi da valutare, dove sperimentare registrazioni e idee. E’ un periodo di grande fermento.
Grazie per l’attenzione. A voi le parole finali.
Nequam: Sono trascorsi i primi 20 anni di vita del progetto, ma soprattutto sono stati 20 anni di amicizia, entusiasmi, fatiche. Vogliamo ringraziare tutti gli artisti con i quali abbiamo lavorato, le persone che ci hanno supportato, che hanno creduto in questa strana macchina teatrale che risponde al nome di The Magik Way. E vogliamo ringraziare te Marco, parte ormai di questa macchina, ingranaggio importantissimo ed efficiente. Come amanuensi abbiamo disegnato questo sogno, come esperti vignaioli abbiamo protetto le nostre botti, ricordandoci ogni giorno che i veri tesori da preservare sono una lunga carrellata di volti, parole, confessioni sussurrate. Non conosciamo altro modo per illuminare questo cammino se non quello di lasciarci trasportare da un tempo più accettabile, privo di strappi, in osservazione dell’umano e dell’inumano.
Un saluto a te, a tutti i fratelli e le sorelle dell’Ordine della Terra e a chi ci supporta.
In Alto come in Basso.
- MARCO CAVALLINI -