Risponde alle domande Mauro Berchi..
1996 - 2019. Ventitrè anni di attività; lo avresti mai detto quando hai creato la label?
A dire il vero no. All'inizio l'etichetta nacque solo come un hobby e come un veicolo per pubblicare il primo disco CANAAN. In tutta onestà, ai tempi non pensavo proprio che potesse in seguito diventare qualcosa di più serio e mi muovevo mosso da passione pura e semplice. Ancora oggi considero un piccolo miracolo essere riuscito a trasformare EIBON in un lavoro vero e proprio, sopratutto considerando i molti fattori precari in gioco (non solo quelli banalmente economici, che pure sono sempre stati parecchio influenti). Ai tempi (parlo del periodo 1995-1998) avevo un lavoro “vero” che per quanto poco soddisfacente era sicuro e ben retrubuito. Il salto nel grande e buio “mondo musicale” avvenne solo dopo un lungo periodo passato a crogiolarmi nel timore e nel desiderio ed a soppesare pro e contro della cosa. Per quasi 15 anni l'etichetta è rimasta un vero “sogno” che mi ha permesso di coniugare passione e lavoro, poi purtroppo è tornata - non per mio volere - ad essere solo un “piccolo” hobby. Piccolo dal punto di vista “reale” e non da quello dell'impegno o della passione, che rimangono ad oggi molto forti e molto presenti. D’altronde, alla fine va bene anche cosi'……..
“Sonorizzando i vostri incubi” è la descrizione da te scelta fin dagli esordi per descrivere la label. Pensi di essere riuscito nell’intento? Credi di avere messo in note anche altro?
Non saprei dire. Credo senza dubbio di essere riuscito a produrre un gran numero dischi validi e di aver fatto da colonna sonora a molti momenti diversi per molte persone. Questo è motivo di grande soddisfazione.
Sul lato artistico la soddisfazione odierna è la stessa che provavi agli esordi?
Certamente, anche se non posso fare a meno di notare una notevole disaffezione negli ascoltatori e in quei pochi coraggiosi che ancora oggi si avvicinano ad un disco con rispetto. Dal punto di vista strettamente qualitativo, il livello medio si è molto abbassato negli anni, a causa anche (ma non solo) dell’enorme diffusione dovuta alla facilità di accesso alla tecnologia. L’incremento mostruoso di offerta paradossalmente rende più difficile trovare un buon disco oggi di quanto non lo fosse trenta anni fa. Per quanto riguarda le produzioni dell’etichetta, trovo ancora oggi lo stesso piacere di un tempo nel produrre un disco. Solo che questo avviene con sempre minore frequenza visto il crollo devastante delle vendite, che per realtà microscopiche come la mia è l’unico modo di tirare avanti la carretta. C’è anche da dire che la qualità media di quanto mi viene inviato per una valutazione ed una eventuale produzione è MOLTO inferiore a quanto fosse dieci anni fa o più. Non posso fare a meno di pensare che la musica stia scadendo; quando questo accade anche in un mondo molto piccolo e limitato come quello in cui opero, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona più come dovrebbe……..
Ci sono label con le quali i rapporti gestiti nei primi anni sono tuttora attivi?
Mi vengono in mente solo Malignant, Loki e Tesco. Qualcuno è rimasto, ma quasi tutti gli altri sono scomparsi.
In una intervista dell’anno scorso dichiari che i CANAAN realizzeranno ancora due albums. Cosa ti dà questa certezza?
Sento di avere ancora qualcosa da dire come “musicista” (virgolette d’obbligo) e sento che l’ispirazione non è ancora venuta meno. In realtà abbiamo già registrato un po’ di materiale sparso che avrà bisogno di tempo per essere decostruito e riassemblato, ma credo proprio che ne potranno uscire almeno due dischi. Forse di più, al momento non saprei dire con certezza. Staremo a vedere.
Gli ultimi albums dei CANAAN mostrano il sopravvento dell’elettronica sugli strumenti tradizionali. La soddisfazione artistica è la stessa che ricavavi nei primi anni della band?
Probabilmente anche maggiore. Nel corso degli anni ho cambiato metodo compositivo; se prima partivo da riff composti con strumenti normali (in genere chitarra, basso o tastiera, a volte anche pianoforte che mi diverto a strimpellare…..) negli ultimi anni questi non mi danno alcuna soddisfazione. Sopratutto in fase compositiva non riesco quasi mai a “farmi risuonare il cervello” quando identifico con immediatezza una partitura melodica. Attualmente mi piace comporre partendo da loop o da frammenti non musicali e trovo assai più stimolante trasformare in canzone varie schegge musicali impazzite piuttosto che usare strutture “canoniche”. Sono quindi sempre meno le occasioni nelle quali sento la necessità di integrare quello che registro con strumenti acustici. D’altro canto le parti strumentali/industriali/ambient sono sempre state fondamentali nella nostra musica anche se molti ascoltatori non se ne sono mai resi conto fino in fondo. Con ogni probabilità il futuro ci vedrà diventare sempre meno “musicali” e sempre più ostici. Chissà. Sarà interessante da vedere…...
Mai girato un video ufficiale per promuovere i CANAAN; lo ritieni superfluo?
Ad onor del vero un video “ufficiale” lo abbiamo fatto - per la precisione nel 2006, il video di “Fragile” da “The unsaid words”. Ne siamo soddisfatti (lo girammo e montammo tutto “in casa” senza alcun tipo di budget…..), ma come puoi ben immaginare non ha avuto un grande riscontro in termini di promozione. Amen.
Cosa ti spinge a scrivere, comporre nuovi brani? Lo fai in ogni momento o esclusivamente quando hai bisogno di trasportare in musica certe emozioni/situazioni particolari?
Metto in musica il mio malcontento. Nonostante possa apparire tale, non sono sempre un vecchio depresso della minchia. A volte (come tutti) ho momenti di serenità, che però purtroppo nel mio caso sono rari e durano poco. Quando passano, ricado nel solito patetico baratro fatto di inadeguatezza, spossamento e spaesamento di fronte a quello che mi circonda. Comporre musica mi aiuta a spurgare una parte di questo “dolore” che provo ed è un metodo (a volte valido, a volte meno) che uso per tenere sotto controllo l’ansia.
La musica da te composta o prodotta rispecchia interamente la tua vita? Se non avessi creato la label, come credi avresti potuto dare voce/sfogo al tuo malessere?
Bella domanda. Quello che compongo riflette fedelmente quello che sono: non ho alcun altro scopo e suono solo perché farlo mi aiuta a tenere temporaneamente a bada alcuni dei miei problemi. Se non avessi avuto il gruppo (i gruppi contando anche Neronoia…..) e l’etichetta sarei stato in guai ben peggiori di quelli nei quali mi trovo ora.
Quanto impegno e passione ci metti nell’artwork che realizzi per ogni release? Una volta terminato vorresti subito farne uno nuovo o hai bisogno di tempo per riprenderti?
Per fortuna l’ispirazione grafica non mi è mai mancata. Faccio gli artwork ascoltando il disco per il quale andranno utilizzati. La cosa funziona nella stragrande maggioranza dei casi. Cerco sempre di fare del mio meglio non solo per la grafica, ma anche per la veste fisica del disco, che per me ricopre una valenza enorme.
Negli ultimi anni sempre più label “underground” pubblicano una nuova release in più formati. CD, vinile colorato, vinile nero, Box. Nemmeno è uscito, che su Bandcamp la finestra di ogni formato recita “Ultimissime copie in questa versione”. Magari c’è scritto “8 copie”. Alcune volte “sold out”. Un mese dopo vai alla stessa finestra, e leggi “Ultime 20 copie”. La cosa a me fa ridere. Che ne pensi?
Penso che al giorno d’oggi è più importante apparire che fare. Mi fanno sganasciare dalle risate i gruppi (la stragrande maggioranza di quello che si vede in giro…..) che hanno ventimila followers e stampano 25 copie di un disco senza neppure venderle tutte. Significa che la catena si è definitivamente rotta perché a chi ascolta non importa ASCOLTARE. A chi “ascolta” importa guardare le foto su un profilo social oppure ascoltare qualcosa in streaming. A CASO. Senza neppure sapere cosa si sta ascoltando. Come se la musica avesse perso dignità e fosse al massimo un jingle pubblicitario o una suoneria per il cellulare. Non esiste più alcun rapporto “serio” con la musica e con il gruppo che la suona, non si cerca più un supporto fisico, non si spende più neppure un centesimo per quello che ci piace perché “tanto è lo stesso”. Un po’ come un alcolizzato cronico che non sa distinguere un Brunello di Montalcino dal Tavernello. Tutt’al più si spendono soldi per andare a vedere un concerto dall’acustica penosa. Sarà forse “duro”, ma per come la vedo io, la musica sta perdendo significato. Dall’essere una forma “alta” di espressione con un suo significato sta diventando un semplice metodo di comunicazione, per comunicare NON SI SA COSA a NON SI SA CHI. Ed è molto snervante e molto frustrante……..
Ti conobbi nel 1997 a una fiera del disco. Ti comprai “Cantar De Procella” degli Arcana, un disco assoluto per chi adora certe sonorità e atmosfere. Credi starebbe bene nel catalogo della EIBON?
Direi proprio di si. Le primissime cose ARCANA mi piacciono molto. Poi li ho persi di vista ma ritengo siano sempre un gran bel sentire.
Più passano gli anni più le produzioni EIBON diventano sporadiche. Cosa credi proverai se e quando arriverà il momento in cui deciderai di porre fine alla label?
Una enorme tristezza, poiché questa decisione sarà dettata solo da un fattore economico. Smetterò perché nessuno più comprerà nulla e non perché non avrò più voglia di produrre. Smetterò quando non avrò più un centesimo di ritorno dalle produzioni. Trovo che questo sia molto triste e spero in qualche modo non inevitabile.
Grazie per l’attenzione. A te le parole finali.
Grazie a voi per lo spazio dedicatomi. NOTHING. NEVER. NOWHERE.
- MARCO CAVALLINI -