Risponde Samael Von Martin
Ciao Samael, bentornato su Spectraweb. Nell’intervista dell’anno scorso, fra le altre cose, dici che “Atrox Locus” è una fola esoterica delle tue campagne che percorrerà il cammino anche nei prossimi lavori. Quanto credi durerà e dove pensi ti porterà questo cammino? Intraprenderlo cosa ha significato?
Salve a Tutti voi. E' un piacere rispondere alle Vostre domande..Tornando a Noi, il cammino attraverso "Atrox Locus" non si tratta di un solo viaggio fisico attraverso le terre delle “mie” campagne, ma di un'odissea dell'anima che sonda le profondità dell'esperienza umana, un'immersione nell'oscurità e nella luce, un viaggio attraverso i labirinti della mente e del corpo. Non posso prevedere quanto durerà questo percorso né dove mi condurrà esattamente poiché il suo destino è intrecciato con il mistero e l'imprevedibilità stessa della vita. Intraprenderlo ha significato abbracciare l'incognita con coraggio e apertura accettando le sfide e le ricompense che sono emerse lungo il percorso. Un chiaro invito ad esplorare le profondità dell'essere umano e a scoprire nuove verità sul mondo che lo circonda.
La musica per molti ha uno scopo terapeutico. Fra le sue capacità io la ritengo in grado di dare voce ai pensieri e sentimenti nascosti, facendo buttare fuori le cose che scorticano dentro e devono uscire. Tu cosa dici?
Assolutamente, la musica ha l'incredibile capacità terapeutica di dare voce ai pensieri e ai sentimenti più profondi. Io faccio parte di quei "molti"... Attraverso melodie e parole, le note possono agire come veicolo esprimendo emozioni altrimenti insondabili. Funziona come catalizzatore atto a liberare tensioni emotive permettendo il fluire delle sensazioni recondite.
Senza la musica come credi avresti dato voce a ciò che ritieni necessario mostrare? Quali altri forme artistiche avresti intrapreso?
Senza musica avrei probabilmente cercato di esprimere pensieri e sentimenti attraverso altre forme artistiche come la scrittura, la pittura o il cinema. La scrittura, particolarmente importante, offre un'ampia gamma di possibilità espressiva, dalla poesia alla narrativa consentendo di dare forma alla creatività in modo dettagliato e riflessivo. La pittura, con i colori e le forme, fornisce l'opportunità di trasmettere emozioni in modo viscerale ed intuitivo. Il cinema per come lo vedo io è uno dei mezzi più potenti atto a narrare storie e svelare messaggi subliminali offrendo un'occasione unica per trattare temi profondi e misteriosi attraverso l'arte visiva.
Se tu dovessi descrivere attraverso i colori la musica e le emozioni da lei scaturita quali credi siano quelli che possono essere utilizzati per MATER A CLIVIS IMPERAT? Ce ne è uno che sovrasta gli altri?
I colori che potrebbero essere associati alla musica e alle emozioni che suscita l’Orchestra in questione, potrebbero essere il nero e l'oro. Il nero rappresenta il mistero, l'oscurità esoterica e la profondità delle melodie. L'oro simboleggia la saggezza antica, la nobiltà spirituale e la ricchezza delle composizioni. Se dovessi scegliere un colore che sovrasti quelli menzionati, potrebbe essere il rosso poiché incarna l'essenza enigmatica del mio Ego, oltre a far riflettere sull’intensità delle passioni che evoca.
Parliamo del nuovo bellissimo album “Carmina Occulta”. E’ notevole la presenza di ospiti al suo interno, immagino coinvolti non solo per le loro doti/caratteristiche musicali. Secondo me MATER A CLIVIS IMPERAT non è un semplice gruppo musicale, ma un team di persone abili nel mettere in note alcune idee, pensieri ed esperienze, affrontati magari insieme in certi casi e da soli in altre. E’ giusta questa mia analisi?
Assolutamente, la tua analisi coglie l'essenza di “Mater a Clivis Imperat” in modo profondo ed accurato. Oltre ad essere un gruppo musicale, siamo un agglomerato di individui che condividono idee, pensieri ed esperienze sia insieme che in maniera individuale. La presenza di ospiti nell'album "Carmina Occulta" non solo aggiunge una certa varietà ma fa anche riflettere sulle connessioni personali ed artistiche che abbiamo sviluppato nel corso del tempo. Un’interconnessione di esperienze umane e di visioni esoteriche. Un vero e proprio Movimento.
Fra le altre cose, MATER A CLIVIS IMPERAT vuole suggerire messaggi, dare l’input di approfondire certi interessi, affrontare certe esperienze, guardarsi dentro?
Sì, come già accennato prima, ”Mater A Clivis Imperat” propone di suggerire messaggi profondi attraverso la musica incoraggiando l'ascoltatore ad esplorare interessi reconditi affrontando esperienze significative guardando all’interno del proprio “Io”. Le composizioni sono più che semplici “brani”; sono veicoli atti allo stimolare la riflessione e l'introspezione.
Nella vita pare che certe porte chiuse non si riapriranno e certi cerchi fermi non si muoveranno più. Può invece accadere anche il contrario; a volte cercandolo, altre volte inaspettatamente/inconsciamente. Porte che erano chiuse si spalancano e cerchi che erano fermi riprendono a girare ancora più intensamente di prima. Sei d’accordo? MATER A CLIVIS IMPERAT ti “serve” anche per questo?
Non sono sicuro di aver capito bene la domanda … ma ti dirò così: . Nella vita, le porte che sembravano chiuse possono aprirsi improvvisamente e i cerchi che sembravano fermi possono riprendere a girare più intensamente di prima. Questo può avvenire attraverso la ricerca attiva di nuove opportunità o inaspettatamente, come risultato di eventi o circostanze che sfuggono al nostro controllo. “Mater a Clivis Imperat”, con la musica e i messaggi occulti, può certamente servire come fonte di ispirazione e forza durante questi momenti di cambiamento e trasmutazione. La musica funge da compagna di viaggio durante le fasi di ricerca, scoperta e rinascita, aiutando a trovare il coraggio e la determinazione per abbracciare il metodo e per affrontare nuove sfide con rinnovata energia.
Fra le sue caratteristiche, “Atrox Locus” aveva un alone malinconico; “Carmina Occulta” presenta brani come la title track, “Tragica operetta”, “Noctes ad nendum”, “Praesagia Pontificia” e “Funebris” in cui a mio avviso questo alone è ancora più marcato; confermi?
"Carmina Occulta" sembra approfondire e amplificare quell'alone malinconico già presente in "Atrox Locus". I brani che hai menzionato, come "Tragica operetta", "Noctes ad nendum", "Praesagia Pontificia”, “Sabba” e "Funebris", evocano un senso di tristezza e struggimento ancora più intenso. Questo potrebbe essere attribuito ad una varietà di fattori, tra i quali la complessità delle melodie, la profondità dei testi e le sfumature emotive delle performances. "Carmina Occulta" esplora ed enfatizzare l'alone malinconico che caratterizza la nostra musica. Aggiungerei altri brani brani come “Nero segreto” e “ Fanfara funebre” giusto per fare il punto della situazione.
Anche l’oscurità globale del disco appare più “pesante” rispetto al debutto. Pare di sentirsi avvolti da un mantello che ti abbraccia e del quale non ci si vuole liberare, facendosi avvolgere dal buio. Una frase del libro “Aurora nel buio” di Barbara Baraldi è: “Il buio è così rassicurante, non ci sono ombre nel buio”. Lo pensi anche tu?
Comprendo il senso di comfort e rassicurazione che l’oscurità può portare. Spesso, il buio mi avvolge come un mantello offrendo rifugio da tutte le distrazioni e le ansie del mondo esterno. Le ombre nel buio scompaiono, quest’ultimo rappresenta un senso di mistero e protezione creando uno spazio intimo nel quale ci si sente al sicuro. In tal modo, esso non è solo “assenza di luce”, bensì presenza di calma e sicurezza. Mi trovo totalmente d’accordo, amo l’idea del buio che cancella le ombre. Adoro il buio, detesto le “ombre” (naturalmente intese come ombre della mente).
In alcune porzioni e soluzioni a volte è percepibile, anche se velata, una luce. Consideri fondamentale l’alternanza fra luce e buio, chiarore e tenebre? Non solo musicalmente/artisticamente parlando, ma nell’arco della propria esistenza.
L'alternanza fra luce e buio secondo la mia visione è fondamentale non solo nell'ambito artistico, ma anche nell'arco della propria esistenza. La vita stessa è caratterizzata da una continua alternanza di momenti luminosi e oscuri, di gioie e dolori, di successi e fallimenti. Questi contrasti sono essenziali per l'esperienza umana poiché ci permettono di crescere, imparare e di evolverci. La luce rappresenta speranza, illuminazione e la rinascita, mentre il buio simboleggia le sfide, le incertezze e i momenti di introspezione. È proprio attraverso questa alternanza che possiamo apprezzare appieno la bellezza e la complessità della vita, trovare equilibrio e saggezza nel nostro percorso.
Come fare a raggiungere il giusto equilibrio fra il lato nero e quello bianco, due “mondi” che appaiono opposti? O sono, invece, più “uniti” di come si possa pensare?
La ricerca del giusto equilibrio fra il lato nero e quello bianco è un meccanismo complesso e personale. Sebbene possano sembrare opposti in realtà sono interconnessi e complementari. La chiave per raggiungere l'equilibrio sta nell'accettare entrambi come parte integrante dell’esistenza e nell'armonizzare le loro energie contrastanti. Non si tratta di cercare di eliminare uno in favore dell'altro, ma di trovare un punto di equilibrio dinamico dove entrambi possono coesistere armoniosamente. In questo equilibrio, scopriamo che il nero e il bianco non sono separati, ma si fondono insieme per creare una gamma infinita di sfumature e possibilità.
Ritieni sia possibile, come affermato da qualcuno, “raggiungere la luce attraverso il buio/le tenebre”?
“Lontano dalla luce, è l’ineffabile splendore”….(Cit,)
“Carmina Occulta” è dedicato a Elisa Di Marte, venuta a mancare giovanissima dopo la realizzazione di “Atrox Locus”. Da quanto si capisce dalle parole che mi hai detto riguardo a lei nella nostra precedente intervista, si capisce la sua importanza umana ed emotiva oltre che artistica. Quale/quanto è il “peso” che ha lasciato la sua scomparsa?
La perdita di Elisa Di Marte ha lasciato un vuoto incolmabile e significativo nell'ambito artistico quanto nell’ambito umano. Aldilà del contributo creativo, lo spirito vivace e la sua influenza in generale, hanno trasferito un'impronta duratura nella vita di coloro che l'hanno conosciuta. La sua scomparsa ha generato un peso emotivo tangibile nonché tragico ma il ricordo del suo lavoro continua ad ispirare e a condizionare positivamente le persone che ha avuto al suo fianco. Era una promessa nell’ambito della musica classica. Il mio pensiero vola verso Lei, Soprano inimitabile e persona dalle larghe vedute, cara madre ed inarrivabile artista.
A volte può capitare di sognare persone care decedute; c’è chi spera possa accadere spesso, chi invece ne ha timore. Tu lo ritieni positivo o negativo?
Sognare persone care decedute varia da persona a persona e dipende dalle proprie credenze, esperienze o percezioni individuali. Alcuni potrebbero vedere questi sogni come opportunità di connessione con i propri cari defunti, un modo per sentire la loro presenza o ricevere messaggi dall’aldilà, altri invece proverebbero timore e angoscia nel rivivere la perdita e i ricordi legati alla persona scomparsa. Io personalmente non penso che sia cosa negativa, l’importante è “afferrare” l’istante in cui la felicità abbraccia il proprio spirito e se in quel momento si ha bisogno di “credere”…. Ben venga.
Nel caso accada, credi sia un “segnale/messaggio” per farci sentire/capire la presenza di chi non c‘è più? Come si può/deve interpretare tale cosa? Quale/quanto significato, logico ed emotivo, dargli?
Dico la mia a nome di tutti…. Come ben sai è lecito porsi le giuste domande… le risposte non le avremo mai.
“La morte non è un periodo di chiusura dell’esistenza, ma soltanto un intermezzo, un passaggio da una forma a un’altra dell’essere infinito” (Wilhelm Von Humboldt). Concordi?
La citazione di Wilhelm Von Humboldt offre una prospettiva molto interessante sulla morte come transizione piuttosto che come fine definitivo dell'esistenza.
Personalmente, trovo questa visione molto suggestiva e ricca di speranza. La concezione della morte come un passaggio verso un'altra forma di esistenza o consapevolezza può portare conforto nella nostra comprensione di vita e di morte.
“Il caso non esiste, siamo noi a non percepire il collegamento tra i fatti e le persone in essi coinvolte, ogni cosa accade secondo necessità“ (Flavio Domenico Porrati). Che idea hai in merito?
Penso e credo che il caso non esista quindi mi trovo pienamente d’accordo Flavio con il quale ho condiviso un cammino parallelo nel corso di decadi… stranamente , per qualche oscuro motivo (anche se non molto) le linee parallele si sono incontrate. E’ come dire che “di Eoni misteriosi, anche la Morte può morire”cit.
Ti ringrazio per la disponibilità e l‘attenzione; lascio a te le parole finali.
Volevo solo aggiornarvi sul fatto che Elisa Montaldo Ha realizzato un bellissimo remix di “Edoardo II” tratto da “Carmina Occulta”. Cercate la versione “ Elettroccult Remix” del brano in questione, una sorta di viaggio esoterico nell’ambito Dark elettro prog. Grazie a voi per le domande stimolanti e interessanti.
- MARCO CAVALLINI -