Risponde Mauro Roma
Ciao Mauro e benvenuto sul sito. Vuoi presentare la tua etichetta ai lettori? E' la tua prima esperienza in campo discografico o vieni da precedenti esperienze?
Ciao Marco, grazie per lo spazio su Spectra! These Hands Melt è la label dark-metal che ho creato a inizio 2023 dopo aver collaborato per un anno circa con l’etichetta atmo-BM romana Flowing Downward. Anche se si tratta di una label molto giovane, abbiamo già una trentina di uscite all’attivo (!) tutte reperibili almeno in digitale sui nostri store, bandcamp, spotify ecc.
Prima di creare qualcosa di mio non avevo particolare esperienza nel settore se non come appassionato (a livelli quasi maniacali), ma era da molto tempo che progettavo una “mia” label, ispirata in particolare a Prophecy, Cold Meat Industry e Projekt Records.
La traduzione del nome della label è "Queste mani si sciolgono, si fondono". Qual è il significato di queste parole?
A dire il vero il nome è preso di peso dal testo di una canzone dei Lycia (‘distant eastern glare’ sull’album Ionia). Non saprei spiegare il perché, ma quelle parole hanno una risonanza che mi affascina, evocano l’immagine di “qualcosa” su cui facciamo affidamento senza nemmeno starci a pensare che all’improvviso svanisce e non c’è più. Non saprei davvero dire il motivo per cui fosse l’unico nome possibile per la label che avevo in mente ma lo è. Inoltre i Lycia sono probabilmente la mia band preferita in assoluto ed omaggiarli è cosa buona e giusta.
"Record Label For Dark Emotional Music" recita la frase che compare nell'Home Page della label.
Oscurità, introspezione ed emotività sono i punti cardine che deve avere ogni uscita THM, nei suoni - che siano metal oppure no - e nelle tematiche.
In effetti, scorrendo il catalogo di THESE HANDS MELT si trovano titoli doom, gothic, dark, black, shoegaze nelle loro varie diramazioni. Generi musicali che se negli anni '80/'90 apparivano "distanti" (secondo alcuni critici erano addirittura incompatibili) a partire dai primi anni 2000 si sono come "fusi" avendo una caratteristica in comune: la capacità di trasmettere malinconia e nostalgia, due stati emotivi/sentimentali che inevitabilmente accompagnano la vita di tutti. Lo pensi anche tu?
Sì, mi ricordo bene ancora nei tardi anni ‘90, vissuti da teenager darkettone come diciamo a Roma, quelle barriere quasi ideologiche tra quei generi erano molto sentite. Oggi per fortuna quelle barriere non ci sono più, tranne che in certe nicchie di nostalgici attempati. Probabilmente c’entra molto anche il fatto che le subculture non esistono quasi più e che l’accesso a ogni genere di musica è ormai illimitato. Personalmente sono d’accordo con te, quei generi così disparati, nelle loro espressioni più significative hanno sempre avuto delle fondamenta in comune. Sono generi che al di là delle superficiali differenze di stili e canoni musicali, esprimono tutti una sensibilità votata all’introspezione più impietosa e a un deciso rifiuto della “normalità”. E naturalmente hanno in comune anche l’oscurità, chiamiamola così.
L' esempio perfetto di quanto appena detto è l'album dei REVERB ON REPEAT, un disco stupendo che può contemporaneamente affascinare i fans dello shoegaze più malinconico, quelli del post doom di matrice JESU e quelli del funeral doom più melodico e atmosferico. Presenta echi/richiami ai THIS EMPTY FLOW, il primo gruppo capace di "unire" le caratteristiche di generi apparentemente lontani ma che invece possono "amalgamarsi" perfettamente. Concordi?
ROR è un bell’esempio sì, anche se lo definirei come un album di shoegaze anni ‘90 purissimo e nostalgico, un album che se fosse uscito all’epoca (magari cantato in inglese e non in russo) sarebbe un classico del genere, ma se chiedi a me lo è in ogni caso. Naturalmente fa presa anche sul pubblico metal che conosce i musicisti dietro al progetto e le band di cui fanno parte. La scena di San Pietroburgo da cui provengono tutti loro attraverso band straordinarie come RYE, Somn e Olhava è tra l’altro forse la più vitale che esista oggi nell’abbattere le ultime distanze tra radici black metal e risultati eterei e sognanti. Un’altra band di quella scena su THM sono i Varhara, che prendono una strada ancora più impervia tra gothic-doom, emo e post-black. Non vedo l’ora di pubblicare l’anno prossimo il loro nuovo album…
Le tue releases sono disponibili in CD, vinile in più edizioni, alcune anche in cassetta. C'è un motivo particolare? In base a quali caratteristiche decidi in quale formato pubblicare un album?
Un album che esce su THM esce in CD di default, tranne che in rarissimi casi. Il CD è il format con cui sono “cresciuto” e resta di gran lunga il mio preferito, per versatilità e praticità, e malgrado quel che si sente dire in giro ha ancora un suo solidissimo mercato.
In vinile, un album esce se rispetta particolari condizioni: se la durata è concisa e adatta al formato, se il mastering è fatto specificamente per il vinile e da professionisti, se la band ha un particolare potenziale e/o un seguito di pubblico già abbastanza affermato. Ho fatto anche LP doppi, ma solo in co-release e “a colpo sicuro” diciamo, e per i doppi la regola continuerà ad essere questa.
La cassetta è un simpatico capriccio da permettersi ogni tanto, ma che ho fatto e farò molto raramente.
Detto questo, le edizioni fisiche sono sempre molto limitate e seguono un approccio da boutique-label. Al di là del formato fisico, una condizione necessaria che una band che voglia uscire su THM deve accettare è affidarsi alla label per la distribuzione digitale. Lo streaming è vitale per i risultati e per la crescita delle band, e nella mia label lo si abbraccia in pieno.
Appare evidente da subito la cura dei packaging dei CD, delle versioni in vinile e degli artwork delle tue uscite. Consideri importante il connubio musica/grafica/immagini?
Lo considero più che importante, è fondamentale. Musica, artwork e packaging hanno la stessa identica importanza e ho davvero molta poca stima di band o etichette che non hanno nessuna particolare cura e immaginazione riguardo l’artwork e l’estetica di un album.
THESE HAND MELT unisce le tue passioni per la musica e la grafica. Senza la label quali altre forme artistiche avresti abbracciato per dare voce ad esse?
Ahimé non ho particolari talenti per la musica o per la grafica, personalmente. Gestire una label sicuramente soddisfa la ‘visione’ che posso avere dell’una e l’altra cosa, ma non sarei mai in grado di farlo senza l’apporto delle band che ci danno fiducia e dei talentuosi grafici professionisti con cui lavoro.
Nella musica, nella letteratura, nel cinema, nell'arte in generale, spesso gli autori dedicano le loro opere a persone scomparse. Tu ritieni importante il ricordo di chi non c'è più?
Direi di sì, anche se prediligo un approccio meno esplicito di una dedica vera e propria. il concetto basilare di THM è nato proprio all’indomani di una serie di lutti personali molto sfibranti, quindi l’idea di base della label è di pubblicare musica che funzioni come sfogo/rifugio/catarsi.
Mancano pochi giorni alla conclusione del 2024. Quali sono i tuoi dischi preferiti di questo anno?
Tralasciando i dischi THM ovviamente, i nuovi album di Midwife, Trentemøller e degli Ulcerate sono di sicuro quelli che ho ascoltato e amato di più quest’anno. Ah, anche il nuovo album dei Dool e lo stupendo debut album degli Hauntologist.
Ti ringrazio per l'attenzione e lascio a te le parole finali.
Grazie mille a te! THM ha un calendario di uscite sempre molto prolifico e invito tutti i lettori interessati a quel che facciamo a visitare il nostro Bandcamp e il nostro webshop e seguirci sui social! Stiamo mettendo anche su una distro con titoli molto selezionati da altre label internazionali e siamo persino in procinto di aprire un piccolo negozio vero e proprio nel nostro HQ a Roma, quindi chi ci legge dalla Capitale o ci capitasse di passaggio può venirci a trovare, tutte le info sul nostro sito!
- MARCO CAVALLINI -