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A.M.E.N.
"Preludio in Re minore"
Aprile 2025
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Risponde Vittorio Sabelli

Ciao e benvenuti su SPECTRA. Volete presentarvi ai lettori del sito?

Ciao e grazie per l’interesse a A.M.E.N. Il progetto è nato nel 2020 come una sorta di laboratorio sperimentale che avesse al suo interno una forte componente jazz unita alla musica estrema. Per la composizione del primo album “The Book of Lies – Liber I” mi sono avvalso del growl di Matteo Vitelli, inserendo Erba del Diavolo solamente in due brani, mentre per il successivo “Argento” abbiamo deciso di cambiare le carte in tavola sotto tutti i punti di vista.

Siete titolari e suonate già in altri gruppi, in base a quali caratteristiche avete creato questi progetto? Cosa volevate esprimere e sviluppare tramite esso?

Le uniche caratteristiche sono quella di tenere come base la musica jazz con le sue tante sfumature e utilizzare in maniera più estrema possibile i miei clarinetti. Non mi pongo alcun limite musicale quando inizio un nuovo progetto e se l’idea di base mi convince la inizio a sviluppare e a spremere il più possibile per capire se può diventare qualcosa di concreto. Se per il primo album l’idea era di fondere free jazz a musica estrema, per il nuovo “Argento” l’elemento conduttore è un Preludio in Re minore di J.S.Bach, che torna come un leitmotiv ma ogni volta variato. Sicuramente A.M.E.N. va a colmare una parte musicale che non c’è né nei miei progetti né tantomeno in quelli di Erba del Diavolo.

La vostra proposta è un insieme di più stili, atmosfere e soluzioni sonore/stilistiche; strutture jazz, elementi blues, umori dark/doom, inserti avantgarde e musica classica. Se doveste definire la vostra musica e le emozioni da lei scaturite attraverso i colori quali direste? Ce ne è uno che spicca sugli altri?

Sicuramente come si può vedere dalla cover il colore base è un grigio che può sfociare in un nero pece (come i guanti in pelle dell’assassino, trademark dei film di Argento) o in un bianco fumo di sigaretta. Il colore delle foto dei vecchi jazz club, dei grandi musicisti blues e di tutto ciò che ruota intorno a queste sfumature sonore e visive si può percepire nei brani di “Argento”.

Quali credete siano le condizioni emotive, ambientali, atmosferiche ideali per apprezzare al meglio "Argento"?

Sicuramente non è un disco da ascoltare durante le pulizie, ma potrebbe essere un ottimo compagno di viaggio anche se la condizione ottimale per goderne appieno dovrebbe essere un’atmosfera più intima e notturna con luci soffuse o buio totale e un buon whisky (scotch possibilmente).

Il disco è un omaggio a Dario Argento. Cosa vi affascina, quali credete siano le caratteristiche migliori di questo regista?

Ogni parola spesa per Dario Argento è riduttiva. Personalmente il lato psicologico dei suoi film è quello che mi ha sempre colpito fino a rendergli omaggio con questo nuovo capitolo di A.M.E.N. La suspense, le trame, ognuno dei suoi lavori (personalmente fino a Opera, il mio preferito) è ricco di dettagli. E proprio i dettagli sono alla base dei cinque brani che compongono “Argento”.

I titoli delle vostre canzoni ("Brindisi", "Magia", "Mistero", "Omicidio", "Cadaveri") in una singola parola rappresentano alcuni degli elementi onnipresenti nei film di Agento. E' un caso o una cosa cercata/voluta?

Come in tutti i miei progetti nulla è lasciato al caso, e ancor più in “Argento”. Dal momento in cui Erba del Diavolo ha deciso di sviluppare il concept sui suoi film, tutto è stato costruito in maniera minuziosa per entrare a contatto il più possibile con le opere citate nei titoli.

L'artwork di copertina è davvero enigmatico e affascinante al tempo stesso. Ci sono dei significati particolari dietro esso?

Come per la musica volevamo qualcosa che esulasse completamente dalle ‘classiche’ immagini che rimandano inevitabilmente ai film e all’opera di Dario Argento. E insieme a Francesco Palumbo di My Kingdom Music abbiamo vagliato diverse soluzioni fino a arrivare a quest’opera dell’artista tedesca Lilith Terra. Ammetto che non conoscevo i suoi lavori, ma dopo che Francesco mi ha girato alcuni suoi scatti ho subito percepito una grande affinità con la musica di “Argento”. Una foto suggestiva dove si possono trovare molti significati e che rimanda a quel mondo femminile che da sempre ha caratterizzato i film del Maestro.

Fra le sue caratteristiche, "Argento" presenta un alone cinematografico, appare come una colonna sonora per un film. L'orrore, il gotico, il thriller nel cinema, nelle letteratura, nella musica e nell'arte hanno da sempre molti estimatori. Spaventano, ma attraggono al tempo stesso. Perché secondo voi?

Perché ognuno ci legge il proprio lato oscuro, quello più nascosto che è insito in ciascuno di noi, e poi tutto ciò che è misterioso e oscuro affascina sin da quando siamo piccoli. Con “Argento” abbiamo cercato di spingere l’acceleratore sul lato più psicologico e intimo, quello che ti lascia spazio per pensare durante la notte, che ti mette a contatto con i fantasmi mentali e gli incubi peggiori. E tutto ciò che non è convenzionale, diciamocelo, spaventa ma allo stesso tempo attrae…

Uno degli argomenti da sempre più trattati nella musica, nel cinema, nella letteratura e nell'arte in generale è la morte, ciò che essa comporta e quanto le ruota intorno. Avete paura della morte? Cosa c'è a vostro parere dopo di essa?

Tutto ciò che spaventa abbiamo detto che attrae e ha un fascino a tratti irresistibile. Abbiamo ogni giorno a che fare con la parola morte, ma non per forza con quella fisica che probabilmente spaventa tutti gli esseri umani. E uno dei modi per abbracciare l’argomento e non farne un ossessione (tanto lei ci abbraccerà tutti prima o poi) è parlarne, e nel nostro caso provare a metterla in arte. Cosa c’è dopo? Al momento non ci ho mai pensato ma magari un giorno lo farò; diciamo che cerco di pensare non troppo avanti se non per alcune cose essenziali.

Spesso gli artisti dedicano le loro opere a persone scomparse. Voi ritenete importante il ricordo di chi non c'è più?

Credo sia importante tener viva la memoria storica ma non solo di persone scomparse, ma dell’intera storia, e la musica è un ottimo mezzo per farlo. Ad esempio il progetto Dawn of a Dark Age vuole ‘ridar voce’ ai miei antenati, i Sanniti, popolo scomparso oltre duemila anni fa. E questi piccoli tasselli tengono viva la memoria per le generazioni future. E lo stesso vale per personaggi che ispirano un’opera o vengono scoperti dopo secoli dalla loro scomparsa.

Vi ringrazio per l'attenzione; lascio a voi le parole finali.

E grazie a voi per l’interesse e a tutti coloro che supportano i miei progetti, che potrete trovare integralmente sulla pagina Bandcamp: https://dawnofadarkage.bandcamp.com

- MARCO CAVALLINI -