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ETERNAL WHITE TREES
"L'ultima danza"
Aprile 2025
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Risponde Gerassimos Evangelou

Ciao e bentornati su SPECTRA. Volete presentare il nuovo album?

Grazie per l’accoglienza! Prelude of Loss è un’opera che nasce da un’esigenza interiore di esplorare il concetto di perdita in tutte le sue sfumature: dalla nostalgia per ciò che è stato e non tornerà, al senso di smarrimento che accompagna i cambiamenti inevitabili della vita. Il titolo stesso suggerisce un preludio, un’introduzione a un viaggio emotivo che si snoda tra ricordi, rimpianti e consapevolezze. Musicalmente, ci siamo spinti oltre rispetto al nostro debutto, affinando il nostro linguaggio sonoro e cercando di creare un’esperienza immersiva, che non sia solo ascolto ma anche introspezione.

Quali, secondo voi, sono le principali differenze rispetto al debutto di due anni fa? A mio avviso avete sviluppato il lato melodico e, al tempo stesso, ampliato quello malinconico/nostalgico; concordate?

Concordiamo pienamente. Il nostro primo album era un manifesto della nostra identità musicale nascente: diretto, spontaneo, ancora legato all’urgenza di esprimere un’energia più grezza. Con Prelude of Loss abbiamo lavorato in modo più consapevole, lasciando che le emozioni si sedimentassero e si manifestassero in forme più raffinate. Abbiamo dato più spazio alle melodie, costruendo armonie stratificate che accompagnano l’ascoltatore in un percorso evocativo. Allo stesso tempo, il lato malinconico è diventato più profondo, quasi tangibile, come se ogni nota portasse con sé il peso del tempo che scorre. Non è stato un cambiamento forzato, ma un’evoluzione naturale, dettata sia dalla nostra crescita artistica che dalle esperienze personali vissute in questi due anni.

Sovente le chitarre si "ergono", diventando le protagoniste; è da questo strumento che nascono e si sviluppano i vostri brani?

Sì, le chitarre sono il cuore pulsante della nostra musica e spesso il punto di partenza della composizione. I brani nascono quasi sempre da un’idea chitarristica: può essere un riff dal carattere deciso, un arpeggio delicato o una progressione di accordi che trasmette un’emozione specifica. Da lì, il resto della canzone prende forma in modo organico, con le linee vocali e gli altri strumenti che si intrecciano per esaltare il tema centrale. In Prelude of Loss, abbiamo lavorato molto sulla dinamica delle chitarre, cercando di dare loro un ruolo non solo melodico ma anche atmosferico. Ci interessava creare un dialogo tra momenti in cui le chitarre si ergono, quasi a gridare un’emozione, e altri in cui si ritirano, lasciando spazio a un silenzio carico di significato.

L'artwork di copertina è affascinante; cosa volevate esprimere attraverso esso? Considerate importante l'apporto dell'aspetto grafico?

L’artwork è parte integrante del nostro universo musicale. Volevamo che la copertina di Prelude of Loss fosse il primo passo nel viaggio emotivo dell’album, un’immagine capace di evocare quella sottile malinconia che permea le canzoni. Abbiamo scelto un’estetica che suggerisse la transitorietà delle cose, il confine tra ciò che è stato e ciò che sarà. L’uso di colori desaturati, di elementi sfocati o in dissolvenza, di dettagli quasi onirici, è stato intenzionale: volevamo trasmettere la sensazione di un ricordo che si sgretola, di un’immagine che si perde nel tempo. Il lato visivo è fondamentale perché amplifica il messaggio della musica e crea un ponte emotivo immediato con chi si avvicina all’album.

Riguardo il lato lirico, il titolo dell'album e quelli delle singole canzoni offrono spunti d'interesse, chiavi di lettura. Per esempio, "Pale Sun Sad Moon": doveste descrivere la vostra musica attraverso elementi astrali utilizzereste queste quattro parole?

Assolutamente sì. Il sole pallido e la luna triste sono immagini che rispecchiano perfettamente la nostra musica, perché racchiudono in sé un senso di equilibrio tra luce e oscurità, tra speranza e malinconia. Il sole, anche se pallido, continua a illuminare; la luna, pur nella sua tristezza, rimane un faro nella notte. Sono metafore potenti per descrivere la nostra estetica sonora, che non è mai totalmente cupa né totalmente luminosa, ma si muove su una sottile linea tra i due estremi. Ogni brano è un piccolo cielo mutevole, attraversato da emozioni che si alternano come fasi lunari.

"A Stranger Inside The Mirror": a volte può capitare di guardarsi dentro e non riconoscersi nelle scelte fatte, azioni/gesti compiuti, parole dette o non dette?

Esattamente. Questo brano è nato proprio da quella sensazione di estraneità che può coglierci in momenti di riflessione profonda. Ci sono giorni in cui ci guardiamo allo specchio e ci chiediamo se la persona che vediamo sia davvero la stessa che pensavamo di essere. Le esperienze, le decisioni, le circostanze ci trasformano, e a volte questa trasformazione è così sottile che non ce ne rendiamo conto fino a quando non ci fermiamo a osservare ciò che siamo diventati. È un tema universale, perché tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato questa sensazione di distanza da noi stessi.

"Rest For A Moment": un attimo, un secondo, può incidere o influenzare la nostra vita fino, in parte, a condizionarla?

Sì, ed è proprio il fulcro della canzone. Viviamo in un mondo che ci spinge costantemente avanti, a rincorrere il tempo, a riempire ogni momento con qualcosa di produttivo. Ma in questa corsa frenetica dimentichiamo che anche il silenzio, la pausa, il semplice atto di fermarsi un attimo a respirare, possono essere determinanti. A volte è proprio in quei momenti sospesi che prendiamo le decisioni più importanti, o che realizziamo verità che altrimenti ci sfuggirebbero. Questa canzone è un invito a concedersi quell’attimo di riposo, a riconoscere il valore di un singolo istante.

"Time Has Gone": cosa fare prima che il tempo scada? Ritenete positivo o negativo che tutto, prima o poi, abbia una sua fine/conclusione?

La fine di qualcosa porta sempre con sé un senso di perdita, ma è anche ciò che dà significato al tempo che abbiamo. Se tutto fosse eterno, forse non saremmo in grado di apprezzarne il valore. Time Has Gone riflette su questa consapevolezza: cosa scegliamo di fare con il tempo che ci è concesso? Viviamo in modo autentico o lasciamo che scorra senza che ce ne accorgiamo? La fine non deve essere necessariamente negativa; può essere un’opportunità per chiudere capitoli, per trovare pace, per iniziare qualcosa di nuovo. È un concetto ambivalente, e crediamo che questa dualità sia ciò che rende la vita così intensa e significativa.

Grazie per l'attenzione, a voi le parole finali

Grazie a voi per lo spazio e per le domande così profonde. Prelude of Loss è un album che nasce da emozioni sincere e speriamo che chi lo ascolta possa trovarci qualcosa di sé, un riflesso delle proprie esperienze e dei propri pensieri. La musica è un viaggio condiviso, e se anche solo una persona si sentirà compresa ascoltando questo album, allora avremo raggiunto il nostro scopo.

- MARCO CAVALLINI -