Nel 1977 col brano "Terror" i Death SS coniarono un termine per identificare una musica sacrificata alla glorificazione dell'arte funeraria: Horror Music. Oggi, esattamente 30 anni dopo, gli Abysmal Grief ne sono i più autentici interpreti, apparendo la reincarnazione della band pesarese nella sua storica ed originaria line up (quella del leader Paul Chain). Un gruppo, gli Abysmal Grief, che pare vivere in una propria dimensione, dove la tristezza e l'oscurità circondano l'aria che si respira; un gruppo che "vive" la morte e considera il lutto come inseparabile compagno di vita. L'opener "The Necromass: Always They answer" è una suite di dark/doom cimiteriale, dove al suo interno si alternano lugubri doom riffs a tristissime note di synths, prima di lasciare spazio ad un recitato in latino (declamato dall'ospite Mario "The Black" Di Donato) che rabbrividisce i sensi. Un pezzo incredibile è "Cultus Lugubris", in quanto possiede un notevole groove di fondo nonostante si presenti come una tetrissima cavalcata horror metal, mentre "When The Ceremony Ends" non poteva chiudere al meglio il disco, avanzando lenta e strisciante verso la fine, dissolvendosi in un temporale nel quale si ode, lontano, l'eco di una campana funebre. Infine, "Requies Aeterna", in assoluto la canzone doom dell'anno; semplicemente, l'estrema unzione messa in musica. Questa song dovrà essere la colonna sonora del mio funerale; saranno queste le mie ultime volontà.
- MARCO CAVALLINI -