Arriva, non a caso, il 2 Novembre il nuovo album degli Abysmal Grief, quarto full length per la band genovese. La nota promozionale descrive il disco come il più diretto e meno atmosferico dei nostri. Se posso magari concordare con la prima affermazione, discordo invece con la seconda.
“Strange Rites of Evil” è in effetti il disco con meno brani lenti (definizione da prendere con le molle) rispetto al passato, ma non bisogna per forza andare al rallentatore per suonare atmosferici (i Mercyful Fate insegnano).
Il feeling nero è presente dalla prima all’ultima nota di questo nuovo disco, avvolto nello spirito negromantico dato dalle tipiche caratteristiche dei nostri, come l’organo/tastiera del cantante declamatore Labes C. Necrotytus, la chitarra mortifera di Regen Graves, il basso cavernoso di Lord Alaistar e una produzione oscura ad ammantare il tutto (a questo giro si segnala inoltre il ritorno dell’originario batterista Lord of Fog).
Una caratteristica vincente dei brani è quella di aprirsi melodicamente all’altezza dei refrain, i quali risultano quindi subito accattivanti.
L’iniziale “Nomen Omen”, la seguente title track e l’arcana “Radix Malorum” confermano gli Abysmal Grief come maestri assoluti nel loro campo (Occult Metal, Horror Metal, Dark Sound o chiamatelo come volete), e se non vi bastasse arriva in conclusione la lunga “Dressed in black cloacks”, un brano di doom metal sepolcrale come non se ne sentivano da tempo.
Che il rito abbia inizio.
- MARCO CAVALLINI -