Dopo alcuni anni di silenzio (l'esordio "Automatisme psychique" risale al 2004) tornano gli Act Noir.
Detto dello splendido artwork (ormai marchio di fabbrica per ogni uscita targata Eibon Records), balza subito all'orecchio che, pur rimanendo ben ancorato ad influssi di marca Depeche Mode, il gruppo ferrarese ha incorporato all'interno della sua proposta una vena chitarristica molto più marcata rispetto al passato, con guitar lines dal gusto british (Radiohead su tutti), arrivando ad un ottimo risultato dove l'elemento rock e quello ambient si fondono a meraviglia.
"Set fire" e l'oscura "Closed city" rappresentano al meglio quanto detto, dotate come sono di ottimi refrain (notevoli le doti del nuovo cantante Gaetano Notarnicola) e poggianti sul continuo impasto/incontro sonoro fra tappeti synth e chitarre dai toni liquidi e malinconici.
"Taming silence" e la lunga conclusiva "The higher I went, the deeper I fell" sono due perle preziose che presentano richiami allo stile degli ultimi Porcupine Tree (ma ancora di più all'esordio solista del loro leader Steven Wilson), presentandosi come due canzoni dove una dolce vena psichedelica si appoggia su un mood ambient notturno e nostalgico di fondo. Davvero un ottimo ritorno.
- MARCO CAVALLINI -