Mi lascia incantato lo start dell’iniziale “Forever never fails”; in
pochissimi secondi vengo inghiottito da un delicato sogno shoegaze che mi porta
indietro di 20 anni. Poi entrano le chitarre metal e, soprattutto, la voce di
MXM e il risveglio è parecchio brusco.
Musicalmente parlando, questo è il disco più shoegaze di tutta la cosidetta
scena post/shoegaze black metal di questi ultimi anni; usando delle fredde
percentuali, diciamo che “Everything” è al 70% un disco shoegaze/dreampop e per
il restante 30% un disco metal.
Se isolate la voce estrema all’inverosimile (cacofonica a volte) dal resto, vi
renderete conto che il gruppo ha realizzato dei gioiellini di metal romantico
affogandolo a meraviglia nel vortice sonoro e nella nostalgia tipiche dello
shoegaze/dreampop da un lato e della new wave dall’altro.
L‘ottima “Absence of contrast” (azzeccatissimo l’inserto di un romantico
pianoforte in sottofondo), l‘ipnotica “We all fall” (arpeggiata e con voci
pulite che fanno capolino ogni tanto), la delicata “Nothing/Everything” (con
soluzioni romantic new wave nei cori), la cadenzata e malinconica “Her dress as
a palm…” sono delle gemme sonore che non lasceranno indifferenti.
Resta il problema della voce di MXM (l’unico elemento che fa rientrare ancora
i nostri nel sottogenere shoegaze black), veramente troppo esagerata per quanto
propongono oggi musicalmente i nostri.
“Everything” è quindi un buon album ed ha al suo interno delle ottime idee e
soluzioni, ma è il classico disco del “vorrei ma non posso”.
Avrebbero potuto fare come i loro compagni di etichetta, gli enormi SVARTI
LOGHIN, e fregarsene di regole di business realizzando un disco seguendo solo
il loro cuore; sarebbe venuto fuori un capolavoro.
Ma non hanno voluto; peccato.
- MARCO CAVALLINI -