Di dischi del genere in questi ultimi tempi non se ne ascoltano molti, anzi. Non per l’originalità (che comunque non equivale automaticamente a bellezza), ma per la bellezza e l’incisività delle canzoni.
“Frail” è un disco doom/gothic metal, memore della scuola inglese da un lato (Paradise Lost su tutti), e devoto all’umore Katatonia dall’altro; quello che colpisce (oltre ad una produzione eccellente) di questo gruppo porteghese è la disarmante facilità nello scrivere ottime canzoni, alternando al meglio porzioni hard a vellutate sonorità. “Breaking the waves” e “A glimpse towards the sun” sono le specchio di quanto scritto, immergendoci in malinconiche atmosfere sospese come nel vuoto (echi dei Katatonia di “Discouraged ones” aleggiano sui brani), mentre la title track poggia su un portentoso lavoro di chitarre gotiche che piano piano si dilatano fino a diventare liquide. Proprio le chitarre sono il punto di forza principale di questo gruppo, con Valter Cunha assoluto protagonista del disco, arrivando ai livelli toccati da Gregor Mackintosh nel periodo d’oro dei Paradise Lost. Alla voce un veterano della scenda doom/death mondiale, Gary Griffith (Morgion) e come ciliegina sulla torta ecco le vocals degli ospiti Natalie Kosninen (Shape Of Despair) e Peter Bjàrgo (Arcana), il cui ottimo contributo nella conclusiva “Peace is absent” rende ancora più ombroso un disco già autunnale di suo.
Consigliato.
- MARCO CAVALLINI -