Si erano perse le tracce dei Canaan in questi ultimi anni; il precedente "The unsaid words" risaliva al 2005, e dopo i due capolavori a nome NeroNoia era calato il silenzio sull'attività musicale del leader Mauro Berchi.
Il ritorno arriva oggi, nei primissimi giorni del 2011, con un disco che rappresenta l'apice espressivo ed artistico dei "Menestrelli dell'Apatia" (mai autodefinizione fu più esatta).
"Contro.Luce" (il titolo è un acronimo) presenta Mauro e soci nelle loro abituali vesti di cantori del grigio e della tristezza, ma al suo interno risiedono melodie e sonorità che i nostri abbracciano oggi per la prima volta, raggiungendo risultati enormi.
Gli intermezzi (caratteristica sonora del gruppo fin dai suoi esordi) che in passato erano spesso votati al dark ambient sono questa volta dei veri e propri brani nei quali i Canaan abbracciano la musica etnica e indiana, brevi episodi sonoro-mistici che rimandano agli ultimi Dead Can Dance.
Nei brani dal taglio "classico/rock" il gruppo prosegue il cammino intrapreso col progetto NeroNoia, proponendo un sofferto cantato italiano su una base musicale lenta, sofferta, malinconica, quasi catatonica nel suo incidere ipnotico ed ossessivo.
Importantissimo risulta il contributo dato da violini, celli e archi, abili nel fondersi con il densissimo suono delle chitarre che appaiono a volte distantissime e sovente sembrano come sgretolarsi (quasi post rock nella loro dissolvenza).
Grandissimo disco, indicato a chi non si sente bene con sé stesso, ma ama comunque (soprav)vivere in questo stato.
- MARCO CAVALLINI -