“Forest of Equilibrium” dei Cathedral è, a parere del sottoscritto, il disco definitivo del doom metal; pubblicato nel 1991, dopo (e prima) mai nessun gruppo è più riuscito a raggiungerne le atmosfere di morte e sfera lugubre che lo ammantano dal primo all’ultimo secondo (eccetto, per certe cose, i finlandesi Thergothon e Unholy).
I Cathedral proseguirono la loro carriera allargando la loro sfera sonora abbracciando attitudine seventies, sonorità prog/psych, quasi a far vedere che anche loro veneravano i Black Sabbath e, soprattutto, le band prog anni ‘70 (che, nonostante certe persone che si definiscono “cultori” del genere considerino fondamentali, col doom, quello vero, non c’entrano nulla). Accolgo quindi come una manna dal cielo questo “Anniversay”, doppio CD live (la serata è quella del 3 Dicembre 2010 al 02 Academy di Londra) che nel primo dischetto vede il gruppo inglese (riunitosi per l’occasione nella line up originale) suonare l‘intero “Forest of Equilibrium” tutto d’un fiato dall’inizio alla fine. Ovvio che venti anni di tecnologia ed evoluzione sonora sono tanti, quindi il suono greve e mortale non può essere lo stesso, ma la lentezza e la pesantezza delle songs è identica, se non ancora maggiore.
E’ quindi un piacere immenso ascoltarlo oggi in questa nuova veste nella sua globalità, riscoprendo emozioni che si credevano sepolte nel tempo.
Il secondo dischetto (dove la line up non è originale ma quella che i Cathedral conservano già dal 1994) è invece una sorta di vero best of live della carriera del gruppo, prendendo songs da ogni album della lunga carriera del combo inglese.
Ecco quindi i loro classici live come “Midnight mountain”, “Cosmic funeral”, Vampire sun” e soprattutto le mitiche “Ride” e “Hopkins (witchfinder general)”. Merita una segnalazione particolare la grande “Night of the seagulls”, uno dei brani più mortiferi mai scritti dai nostri (sarebbe stata benissimo su “Forest of Equilibrium”) e presentata qui in una versione ancora più spettrale ed esoterica; puri brividi sonori.
Festeggiare l’anniversario meglio di così non era proprio possibile.
- MARCO CAVALLINI -