Ascoltai molti anni fa qualcosa dei Disiplin e li ricordavo diversi da quanto
proposto oggi dal solo project norvegese.
Certo, già allora il gruppo era dedito ad inserire sperimentazioni all'interno del tradizionale black metal, ma oggi la metamorfosi effettuata dal leader Weltenfeind è decisamente notevole.
"Nuclear katharsis" apre il disco con un loop industriale monocorde e la seguente "Me ne frego!" è una grande song di black metal gelido dall'andamento marziale con una voce ultraeffettata.
Da qui in avanti il gruppo dimentica completamente (o quasi) le radici black metal per proporre un suono industriale ai limiti dell'eccesso, complice anche una produzione quasi disturbante, dove chitarre e voce sono sempre e comunque sotto il livello dei rumori digitali delle macchine.
"Oath of blood" ha un piacevole e tenebroso start di synths, prima di essere sommersa da effetti noise sfiancanti nella loro ripetitività.
"Soldier of the black sun" presenta un mood di sottofondo che rimanda agli Aborym, senza però raggiungerne la malvagità nello spirito, e nel finale "The golden age" e "Exile" raggiungono toni apocalittici nella loro violenza marziale e meccanica.
Un album sfiancante nella sua cruda violenza sonora, consigliabile esclusivamente a fanatici di gruppi come MZ412, Suicide Commando, First Black Pope e compagnia bella.
Gli altri ne stiano decisamente alla larga.
- MARCO CAVALLINI -