Tanti, il sottoscritto compreso, davano il duo finlandese per morto, dato il silenzio assoluto che aleggiava intorno al loro nome e alla loro attività. In questi anni nessuna notizia era trapelata, ma oggi arriva "Voidwards", il grande ritorno del duo finnico, un disco che rigetta nel più totale sconforto, proseguendo il discorso dei due precedenti lavori. Sei anni sono davvero tanti, ma bastano i primi secondi dell'iniziale "Dual void trident" per capire che i Dolorian sono sempre ed ancora loro, e non hanno mutato di una virgola l'approccio stilistico. Il mix fra lunghi ed ipnotici arpeggi malinconici e grevi chitarre heavy è il loro inimitabile marchio di fabbrica, un suono che in questi anni tanti gruppi hanno cercato di emulare, senza arrivare nemmeno lentamente a raggiungere in fatto di pathos/emotività; e la voce sussurrata di A. Haapapuro (altra caratteristica della band) sembra il lamento di un sonnambulo svegliatosi in preda ad incubi paurosi. Il buio e l'infelicità totali aleggiano in tutti i 65 minuti di "Voidwards", una lunga discesa verso la solitudine e l'apatia estrema. Mai ritorno è stato più gradito, ed ora la speranza è che non ci facciano aspettare altri sei anni per il successore.
- MARCO CAVALLINI -