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ELECTRIC WIZARD
"Dopethrone"
Rise Above - 2000

Uscito sul finire del 2000, questo disco rappresenta la rinascita degli Electric Wizard.
Fu pubblicato dopo due anni di silenzio quasi assoluto, nei quali le uniche notizie riguardo la loro attività parlavano di droghe, abusi di alcool, risse e varie ed il trio era dato da molti per spacciato.
I nostri sono invece risorti dalla proprie macerie ed hanno realizzato il loro capolavoro assoluto; "Dopethrone" rappresenta il limite estremo del contatto fra il doom metal e la vena psichedelica, un pazzesco concentrato di nera desolazione nel quel perdersi e non ritornare più indietro.
Forti (finalmente) di una produzione enorme nei suoni (la sezione ritmica è spaventosa per intensità) gli Electric Wizard hanno realizzato il lavoro più lento e pesante ma al tempo stesso vario ed "accessibile".
"Funeralopolis" spalanca le porte dell'inferno con la sua lentezza pachidermica, ed una volta entrativi si è risucchiati dalla spirale della mortifera "Weird tales", una suite divisa in tre fasi che affogano una nell'altra nel tributo al maestro dell'horror soprannaturale Lovecraft.
"Barbarian" e "I, the witchfinder" ne proseguono la linea, mentre "We hate you", pur nel suo frastuono sonoro, lascia entrare una sottile luce di melodia, bissata dal breve strumentale "The hills have eyes" che tocca lidi di morbida e delicata psichedelia.
Ma è solo un inganno; introdotto da una beffarda risata arriva infatti il capolavoro del disco, la title track. Oltre dieci minuti di lentissimo e spossante doom metal, dove i toni sepolcrali e la pesantezza allucinante supportano un riff monolitico che una volta ascoltato non si può più dimenticare.
Sembra incredibile, ma una volta terminato il disco, pur essendo stremati avrete sempre più voglia di ascoltarlo, ormai sopraffatti dal suo devastante effetto sonoro.
Per il sottoscritto, questo è il disco dell'anno 2000.
- MARCO CAVALLINI -