Nuovo album per uno dei gruppi di punta della nuova generazione shoegaze/dreampop, gli Engineers.
"In praise of more" vede il gruppo abbandonare quasi del tutto il fragore delle chitarre elettriche per abbracciare invece sempre di più la musica d'ambiente (e non si può non pensare a quanto fecero i maestri Slowdive con il loro epitaffio "Pygmalion").
Siamo quindi di fronte ad un disco dove le canzoni accarezzano l'ascolto e cullano l'orecchio, trasportandolo in dimensioni quasi impalpabili; la musica degli Engineers è pura rarefazione di note.
Fondamentale è l'apporto del doppio cantato dei leader Mark Peters e Simon Phipps, abilissimi nell'inserire le loro melodie vocali nel tenue vortice sonoro che accompagna "In praise of more".
Bravissimi come sempre, ma forse qualche fan della prima ora avrebbe voluto sentire qualche chitarra in più.
- MARCO CAVALLINI -