Se dovessi far capire a un neofita cosa è, quale è il significato stilistico, sonoro, emotivo del funeral doom, non andrei indietro negli anni, gli farei ascoltare immediatamente questo disco.
FOHN sono un trio greco formatosi nei primi mesi del 2016, questo è il loro album di debutto e rappresenta alla perfezione tutte le caratteristiche che il genere musicale deve avere.
Estrema lentezza, struggenti sonorità, atmosfere malinconicamente oppressive, voci che paiono venire dall'oltretomba. E quando ogni speranza pare svanita, compaiono luminose aperture melodiche poggianti su porzioni arpeggiate emananti una luce, ovvio, rigorosamente grigia e aventi il potere di amalgamarsi alla perfezione con l'opprimente e oscura pesantezza di fondo.
"Condescending" è la quintessenza di quanto detto e il suo alternarsi di sensazioni e disposizione d'animo, l'utilizzo di uno strumento inusuale come il sassofono, l'inserimento di umori avantgarde fanno tornare alla mente i finlandesi Unholy, gruppo di culto mai troppo lodato il cui terzo disco "Rapture" (1998) è un album imprescindibile per chiunque si dichiari fan di queste sonorità; "For the unknow one", "Wretched" e "Deluge" sono tre songs che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta.
Sapientemente masterizzato da Greg Chandler degli Esoteric, corredato da un bellissimo artwork interno/esterno e disponibile in versione CD, doppio vinile e cassetta, "Condescending" contiene quattro canzoni per quasi un'ora di durata; tutte bellissime, con una nota di merito per "A day after", un brano immenso dove, ad una prima parte in cui la tristezza e il buio toccano livelli eccelsi, si contrappone un delicato finale contraddistinto da un incantevole coro di varie voci stratificate.
"Condescending" è dolente, ipnotico, catartico; nel suo genere, al momento, il disco dell'anno.
- MARCO CAVALLINI -