Conosco gli Imago Mortis da molti anni, ma fino ad oggi non avevo mai
approfondito l’ascolto delle loro opere.
Ecco quindi spiegato il colpevole ritardo col quale recensisco uno dei
migliori dischi black metal del 2009.
Una produzione cristallina e una pulizia dei suoni eccellente fanno da base
per un black metal dannatamente oscuro ed occulto; sarà il continuo inserto di
porzioni acustiche e riflessive, saranno gli umori neri esalati da certe
atmosfere, saranno le enigmatiche liriche declamate in italiano e in latino, ma
questo “Ars Obscura” è pura arte nera, black metal così come lo intende e
vorrebbe sempre ascoltare il sottoscritto.
Le parti veloci hanno una potenza devastante, bilanciate sull’altro lato dall’oscurità di quelle lente e mid tempo; il cantato di Abibial è feroce nelle
porzioni dure quanto evocativo in quelle arcane, ed a tutto questo aggiungeteci
un artwork perfetto (guardate il corposo libretto interno e scoprite quanti
luoghi adatti a questo genere e alle sue atmosfere ci siano in terra
bergamasca) e il gioco è fatto.
A livello di atmosfera globale del disco (badate non parla di influenza, ma
del mood che l’album trasmette) mi ritorna alla mente lo storico debutto dei
Dissection “The somberlain”; queste sono le sensazioni che mi trasmettono songs
come “Nox perpetua”, “Summa Regina Mortuorum” e “Pestilentia”.
Merita una menzione particolare la conclusiva “1330”, capace di avvolgere in
un nero mantello di morte e poggiante su un’atmosfera da vera tregenda (il
gruppo ha utilizzato al suo interno strumenti tradizionali orobici formati da
ossa animali).
Il commento perfetto all’album lo dà il gruppo stesso nelle note interne dell’
artwork: “Qui non c’è luce, solo Morte e Silenzio”.
- MARCO CAVALLINI -