E’ un grandissimo piacere vedere che i MORTUARY DRAPE sono tornati a proporre ciò che sanno meglio fare, ovvero Occult Metal.
“Spiritual Independence” è quanto di meglio si potesse chiedere ai nostri, il disco che i fans del gruppo attendevano come manna dal cielo, alla luce dei tantissimi anni (ben dieci) passati dall’ultimo “Buried in time”, che oltretutto vedeva il gruppo perdere alcune sue caratteristiche.
Dieci anni non sono passati invano, soprattutto se fin dal primo ascolto echi dell’oscurità di “All the witches dance”, fantasmi dello spirito negromantico del capolavoro “Secret Sudaria” e rimandi alle arcane atmosfere di “Tolling 13 knell” si odono percettibili nell’intero scorrere dell’album.
Porzioni doom (per lentezza, ma soprattutto per drammaticità) albergano nell’iniziale “Lithany” e “Natural Death (1930 – 2011)”, e anche i brani più thrasheggianti come “Once I read”, “Mortal remains” e “1600 Gnostic years” (la canzone più aggressiva dell’intero album) non perdono nulla del manto nero che avvolge il disco intero.
Wildness Perversion (qui impegnato, come ai vecchi tempi, alla batteria) declama e narra storie nere e misteriose con la sua voce imponente e teatrale.
Le chitarre (e questa è una caratteristica da sempre dei nostri) sono abilissime ad alternare una parte ritmica aggressiva a porzioni soliste dal taglio molto tecnico e melodico, con risultati eccellenti come in “Immutable witness”; ma il basso non è da meno, ed il suo suono ed alcune soluzioni in certi segmenti mi ricordano quello del mitico/enigmatico Without Name.
Dati per morti più volte in tutti questi anni, i MORTUARY DRAPE, alla faccia di tutto e tutti, oggi tornano con un disco che davvero più riuscito non poteva essere.
Lasciatevi quindi avvolgere nel Drappo Mortuario.
- MARCO CAVALLINI -