Con i Death SS messi in "ibernazione", Steve Sylvester ha dato vita e collaborato negli ultimi anni a parecchi progetti; Opus Dei è l'ultimo della serie.
Non sto qui a commentare le vicissitudini seguite alla pubblicazione ed immediato ritiro dal mercato di questo disco, che pare comunque sia destinato a diventare una vera chicca per i collezionisti di materiale del tenebroso cantante fiorentino.
Si era detto e letto che con questo progetto Steve avrebbe dato sfogo alla sua passione per la darkwave, ma, credetemi, il genere appena citato non è minimamente sfiorato dall'album in questione.
Siamo invece di fronte ad un gran bel disco di rock moderno dalle notevoli sfaccettature, suonato e prodotto in modo notevole; un leggerissimo taglio gotico aleggia in qualche canzone, ma da qui a dire che questo è un disco "Dark" ne passa di acqua sotto i ponti.
L'efficace "My goddess" presenta da subito uno Steve Sylvester in forma strepitosa, abile nel dare quel tocco in più ad ogni brano, sia che si tratti di pure rock songs come "Liar" e "When love is gone", sia quando si toccano lidi tetri come nell'ottima "Desperation".
Non avvicinatevi a questo disco pensando che per il solo fatto che questo è un progetto di Steve Sylvester troverete fra i suoi solchi l'orrore messo in note; fareste il più grande degli errori. Apprezzatelo invece per quello che è, e ne trarrete grandi soddisfazioni.
- MARCO CAVALLINI -