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ORCRIST
"Catacomb"
HOD Procductions/Vonfrost Records - 2016

Cinque anni sono passati dal precedente “Fallen” e soprattutto ben ventiquattro ne sono trascorsi da quando i DarkThrone pubblicarono l’immortale “A Blaze In The Northern Sky”.
Ma gli ORCRIST sono consciamente fermi a quel fatidico 1992, anno in cui la peste nera nordica si presentò al mondo discografico con quella fondamentale opera.
“Catacomb” (disponibile per ora in versione vinile e cassetta, mentre in Agosto uscirà il CD) è stato registrato nel 2015 agli Orcrist Sudio (eccetto la voce), ma pare provenire direttamente dai più freddi studi scandinavi e da quegli anni, a loro modo, memorabili.
Grav (mente del gruppo) è figlio della lezione di quanto scritto sopra, e non fa nulla per nasconderlo andando fiero della sua creatura che in tutto e per tutto resta ancorata ai dettami e agli schemi di quello che il Black Metal era e rappresentava nei primissimi anni ’90. Tutto ciò che è accaduto dopo, gli sviluppi avuti dal genere, le contaminazioni con altri stili non interessano al nostro.
L’iniziale title track dura ben otto minuti, ma scorre via che è un piacere col suo gelido riffing tagliente come un rasoio e che nella seconda parte diventa ancora più incisivo.
La seguente “Divine Sacrifice” ne segue la scia nella prima sezione, sposando poi nella seconda un riffing e un umore di scuola Hellhammer/Celtic Frost.
Lo spirito della prima creatura di Tom Warrior (e anche i Bathory di un brano come “Raise the dead”) riappare anche in “Destroyer”; pochi riffs, ma quelli azzeccati.
Detto che nel finale il gruppo rallenta il tiro, sfiorando lidi doom nelle conclusive “Soul eye” e “In total solitude”, tengo in conclusione citare la mefitica “Unlight”, forse il brano dal feeling più darkthroniano che il sottoscritto abbia ascoltato da anni a questa parte.
Produzione, mastering e missaggio sono volutamente in tutto e per tutto un altro ulteriore omaggio/tributo agli anni più volte menzionati, segno di un’attitudine e una devozione da parte dei nostri verso un genere che (alla faccia di chi ne ipotizzò la fine dopo l’entusiasmo e interesse iniziale) non ne vorrà mai sapere di estinguersi. “This is the true face of evil…”.
- MARCO CAVALLINI -