Nato idealmente già nel 2007, Sancta Sanctorum (religiosamente parlando, il Santo dei Santi, l'area più sacra del tabernacolo in cui è custodita l'Arca dell'Alleanza), è il nuovo progetto di Steve Sylvester, accompagnato da latri due ex membri della prima leggendaria formazione dei Death SS, Thomas Hand Chaste alla batteria e Danny Hughes al basso (quest'ultimo dato per morto dallo stesso Steve Sylvester nelle interviste che il cantante pesarese rilasciava dopo la rifondazione del gruppo a Firenze, nel 1987..).
Ad accompagnarli, due artisti a me sconosciuti ma dal notevole talento artistico, il tastierista John Di Lallo ed il talentuoso chitarrista Frederik Dope, il cui stile e suono appaiono spesso e volentieri come un incrocio fra lo stile di Tony Iommi e quello del buon Paul Chain.
L'intento dichiarato dei nostri era confezionare un disco in cui il loro amore per il dark sound si sposasse con le influenze della psichedelica seventies che in qualche modo accompagnò i primi anni della loro attività artistica, e direi che l'obiettivo è raggiunto.
Il feeling del disco a tratti è dannatamente oscuro e dark, esalando sensazioni nere che ben si accompagnano al timbro psichedelico e progressivo dato dal lavoro alle tastiere ed organo; Steve alla voce è in forma strepitosa, dando "anima" alle varie songs, riuscendo ad infondere aggressività e magniloquenza a seconda della situazione sonora che si presenti.
Il cuore pulsante dell'album è proprio nel mezzo del disco, con "Nothing left at all", "Master of destruction", "Desperate ways" e "When hopes are all gone" che si succedono una all'altra nel loro vortice di emozioni occulte dalle quali difficilmente vorrete uscirne; dannatamente efficace anche la conclusiva "When you die", puro doom metal ad alto tasso esoterico.
Alla faccia del tempo che scorre inesorabile, Steve Sylvester pare stia vivendo una seconda giovinezza artistica, forse anche perché libero dai vincoli stilistici/concettuali che il nome Death SS, in qualche modo, gli imponeva.
- MARCO CAVALLINI -