“Drifting through the void” rappresenta per il sottoscritto uno dei dischi più belli degli ultimi anni, al di là di qualunque genere si vada a prendere in
esame. Musica malinconica e umbratile quella degli svedesi, che però sanno sempre introdurre una luce all’interno delle loro songs.
Questo nuovo lungo EP segna il (forse?) definito abbandono dei nostri dal black metal che ne aveva contraddistinto le origini, puntando su sonorità ed atmosfere soft/acustiche e vocals, ottime, completamente pulite; la qualità è comunque sempre elevatissima, al punto che l’unico rimpianto è il fatto che il gruppo non abbia realizzato un album di piena durata invece che donarci solo cinque canzoni. “Transparent“ lascia che lontane chitarre psichedeliche entrino nella sua atmosfera soffusa, la conclusiva “Black moon“ (splendido il finale con l’ingresso di un flauto fatato) crea un‘atmosfera notturna nella quale è facile immaginarsi in un bosco seduti a suonare riscaldati dal fuoco che illumina la notte.
Infine “Celestial bounds in cosmic infinity” è una canzone degli Alice In Chains suonata dagli Antimatter (o il contrario, fate comunque voi).
Qualche canzone in più e questo sarebbe il mio disco del 2011.
- MARCO CAVALLINI -