Conosco di nome i The True Endless dal 1997, avendone letto recensioni e interviste fin dai loro primi demotapes, ma fino ad oggi non avevo mai ascoltato nulla del gruppo di Novara.
Ne ho sempre letto come di un gruppo votato al black metal più truce ed intransigente.
Forse lo erano in passato, ma oggi, per le mie orecchie (martoriate da oltre 20 anni di ascolto di musica estrema) questo nuovo “Legacy of Hate” si presenta come un gradevole disco di black metal imparentato col thrash metal grezzo e rozzo di scuola anni ’80.
L’album, a mio avviso, raggiunge il suo picco nel mezzo del suo corso, con due brani davvero notevoli.
La mortifera “Perverse vision” è una canzone che nei riffs e nelle soluzioni ritmiche, ma soprattutto nel feelings richiama i primi Celtic Frost, quelli di brani epocali come “Procreation of the wicked” e “Visions of mortality”.
La title track è invece un blackthrash alla DarkThrone (periodo “Ravishing grimness” / “Hate them”) suonato con lo spirito dei maledetti Mayhem; non mi pare cosa da poco, o sbaglio?
- MARCO CAVALLINI -