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TYPE O NEGATIVE
"Dead Again"
SPV - 2006

Sgombriamo immediatamente il campo da ogni pensiero o equivoco: "Dead again" è un album dei Type O' Negative, punto e basta. Ci sono stati commenti non proprio positivi su questo disco, recensioni che hanno tacciato i Types di immobilismo ed effettivamente è innegabile che "Dead again" ripresenti il quartetto di Brooklyn esattamente da dove terminavano i passati lavori, ricalcandone né più né meno le coordinate; i Types sembrano infatti godere nel crogiolarsi nel loro inconfondibile stile. Rispetto al recente passato la sorpresa può essere magari un'accentuata vena aggressiva, con canzoni dotate di un 'tiro' che rimanda agli esordi della band. Per il resto è tutta un'esibizione delle caratteristiche che hanno fatto la fortuna (stilistica ed economica) del gruppo: lugubri porzioni doom, melodiche atmosfere dal gusto romantico e il fondamentale apporto della voce di Pete, che gioca a passare da toni baritonali e parti aggressive a dolcissime nenie sussurrate.
Nonostante "Dead again" sia forse il disco più dinamico composto dai Types da lungo tempo a questa parte, è difficile arrivare fino in fondo senza provare almeno un pizzico di noia. Alcuni brani si adagiano eccessivamente su tempi "allungati" e ripetuti all'inverosimile. Di contro, non mancano le belle canzoni, come la tenebrosa "The profits of doom", la romantica ballata elettrica "September sun", la drammatica "She burned me down"e la conclusiva "Hail and farewell to Britain" (una cavalcata gothic/doom, che rimanda alle mitiche "Christian woman" e "Black n° 1") pezzi che riusciranno ad emozionare i fan della band, forti del nero appeal che trasuda dalle loro note.
Appare ormai evidente che due dischi come "Blody kisses" e "October urst" siano capitoli irripetibili nella discografia della band. Gli appassionati godranno comunque anche di questo nuovo tassello che si attesta su livelli sempre più che discreti e propone ciò che tutti gli adoratori dei Types avrebbero voluto ascoltare. La classe è cristallina e non si discute, ma "Dead again" suona fondamentalmente come un disco di "mestiere".
- MARCO CAVALLINI -