Dove vogliono e possono arrivare gli Ufomammut?
Questa è la domanda che rimbalza continuamente in testa dopo aver ascoltato più volte questo loro nuovo "Eve", un album concept dedicato ad Eva, prima donna della terra.
Il quinto album del gruppo alessandrino (registrato ancora una volta ai Locomotore Studio di Roma con l'apporto di Lorenzer della band Lento) è un'apocalittica suite di 45 minuti suddivisa in cinque movimenti confluenti uno nell'altro.
Un gruppo, gli Ufomammut, che a partire dal terzo album "Lucifer songs" ha deciso di iniettare a grandi dosi nella sua proposta sonora, già buia e pesante di suo, l'oscurità dell'ambient e la lisergicità delle sue ossessive e ripetute sequenze.
"Eve" è un abisso sonoro, un fluttuare di emozioni e sensazioni dannatamente ipnotiche nella loro nera atmosfera.
Una musica che va oltre le vibrazioni dell'ascolto, e che riesce ad offrire "visioni".
Fa impressione ascoltare la disinvoltura con la quale il gruppo sa passare dal lentissimo mantra psichedelico della seconda porzione (arricchita da un cantato melodico che si ode in lontananza) alle deflagrazioni sonore del successivo terzo atto, dove le vocals assumono toni da yeti e perenne è l'impressione che tutto sia pronto ad esplodere da un secondo all'altro.
Il conclusivo quinto atto (che arriva dopo un quarto basato su una pesantissima base ritmica ed una chitarra che si scatena in lunghe fughe psichedeliche) procede cadenzato sulla base di un riff sospeso nel vuoto ripetuto all'infinito e accompagnato da stranianti synths che rendono il tutto ancora più sinistro; la forza ipnotizzatrice del gruppo qui è totale.
Per i fans della band un disco imprescindibile, e comunque un album indicato a chiunque cerchi il lato visivo nella musica; non importa di che colore sia.
- MARCO CAVALLINI -