Per il nuovo album (il sesto della loro carriera) gli UFOMAMMUT hanno scelto
di fare le cose in grande; un contratto con la Neurot Recordings (l’etichetta
gestita personalmente dai Neurosis) e, soprattutto, concepire un doppio disco.“Oro” è infatti la prima parte di un concept, ed il suo seguito verrà
pubblicato in Settembre.
“Oro” si frammenta in 5 composizioni comunque attaccate una all’altra
(caratteristica credo ormai di base dei nostri) producendosi in un monolite
dove il flusso sonoro scorre lento, basando la sua essenza su porzioni
pesantissime alternate ad altre di dolce e liquida psichedelia.
L’ambient dell’iniziale “Empireum” presenta dei suoni/soluzioni che poi si
andranno a ripetere anche nelle ultime due canzoni del disco (ottima idea,
vista l’efficacia e l’atmosfera da esse dati); la sua delicatezza viene
devastata dalle seguenti “Aerum” e “Infearnatural”, due brani che gli Sleep
avrebbero potuto concepire nel periodo pre “Jerusalem” se avessero avuto
qualche idea compositiva in più e non fossero stati schiavi del voler scrivere
per forza un disco come quello. Doom lisergico al massimo della pesantezza e
del voltaggio e della voglia di “drogare” i sensi senza additivi chimici.
“Magickon” e “Mindomine” giocano sul contrasto fra atmosfere lunari (l’ambient
dell’iniziale “Empireum” che si ode in lontananza) e i riffs laceranti della
chitarra di Poia accompagnati dalla sezione ritmica che quasi sfonda le casse
dello stereo.
Il viaggio è assicurato: il ritorno dipende se vi sarete ripresi da tanta
pesantezza.
- MARCO CAVALLINI -