Torna la creatura Vanessa Van Basten, progetto di Morgan Bellini che nel 2007 aveva fatto centro con lo straordinario debutto "La stanza di Swedenborg".
All'epoca tutte le webzines e le riviste cercarono di dare un nome alla musica dal nostro, usando i termini e i paragoni più disparati.
Questo perché i Vanessa Van Basten non rientrano in nessun genere, ma sono invece abili nel fondere le migliori caratteristiche di vari stili, incorporandole e miscelandole a dovere.
Come il debutto di quattro anni fa, "Closer to the small dark door" è un album nero che scorre lento, cupo nelle atmosfere e al tempo stesso sognante in altre; brani come "L'uomo che comprava il tempo" (ottimo l'inserto del sax e del pianoforte) e la pesantissima "Scolopendra" (ai limiti del doom) esaltano il lato heavy di Morgan e soci, mentre "La selva dell'orba" è invece basata su dolcezze acustiche nelle quali si inseriscono notevoli soundscapes di scuola shoegaze (pensate agli Slowdive in preda a terrificanti incubi); infine, la ghost track inserita in fondo all'album è pura psichedelia nera.
Fondere con così naturale maestria dolcezza e pesantezza, luce e oscurità, è un privilegio riservato a pochi; prendetene atto.
- MARCO CAVALLINI -