Quarto album in cinque anni per gli Yob, gruppo di culto fra gli appassionati del doom lisergico. In tutta sincerità il precedente "The illusion of motion" mi aveva in parte deluso in quanto mostrava la corda fin da subito, trascinandosi stancamente in composizioni troppo simili una con l'altra. Non riponevo quindi troppa fiducia in questo nuovo "The unreal never lived" e sono invece ben lieto di essere smentito dal trio americano, capace di un disco dinamico che presenta le consuete caratteristiche del gruppo (lentezza e pesantezza) in un contesto maggiormente rock rispetto al passato. Le parti cantate occupano sempre uno spazio ridotto rispetto alle porzioni strumentali, le quali sono comunque ben assemblate e non annoiano l'ascolto. L'opener "Quantum mystic" è in assoluto la canzone più movimentata mai scritto dal gruppo, mentre nelle successive tre songs i tempi si dilatano e il trio americano si produce in cascate di riffs ultra slabbrati dal tipico sapore Sleep/Electric Wizard; per i fans del genere un disco da avere assolutamente.
- MARCO CAVALLINI -